Procreazione assistita, stop alle autorizzazioni per il centro di II livello. «Conflitto di interesse per “Prodia srl”»

Procreazione assistita, stop alle autorizzazioni per il centro di II livello. «Conflitto di interesse per “Prodia srl”»
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Sabato 29 Aprile 2023, 09:11

Prima del blitz scaturito da un’inchiesta penale, c’era stata la battaglia al Tar per la realizzazione (negata) di un centro di procreazione assistita privato di Nardò da parte della società Tecnomed, che riteneva di non aver potuto ottenere l’ok come struttura di secondo livello perché essa era stata riservata ai “Giardini di Asclepio” di Muro Leccese.

Si è poi appreso dagli atti che questa è in qualche modo riconducibile (per la proprietà dell’immobile) all’ex senatore e assessore regionale Salvatore Ruggeri, il perno di una maxi indagine su sanità, favori e assunzioni (ora giunta a processo). È stato ora accolto dal Tar di Bari (presidente Ciliberti, Relatore Allegretta), il ricorso proposto da Tecnomed Centro Medico Biologico e, quindi, sono stati annullati tutti gli atti della Regione Puglia, del direttore generale Asl all’epoca dei fatti e dei Comuni di Muro Leccese e Nardò, che avevano di fatto acconsentito, tramite dinieghi e autorizzazioni, alla realizzazione di un centro di procreazione medicalmente assistita di II livello a Muro Leccese, in favore di I Giardini di Asclepio ora Prodia srl.

All’attenzione dei giudici amministrativi erano state portate dal legale di Tecnomed, Bartolo Ravenna, una serie di circostanze utili a delineare il quadro in cui sono stati concepiti gli atti impugnati, tra cui il parere sanitario del direttore Generale Rodolfo Rollo, fulcro di tutta la procedura autorizzatoria e coinvolto nel medesimo procedimento penale.

«Tra le più significative situazioni, emerse dall’inchiesta penale in corso - spiega Ravenna - vi era l’intesa di elargire “pensieri” ai funzionari baresi che stavano trattando la procedura, l’accordo di trasferire un’apprezzabile fetta di quote societarie all’ex assessore regionale al Benessere; ma soprattutto, una clamorosa intercettazione telefonica tra il coordinatore del centro medico I Giardini di Asclepio e l’ex assessore (che ha concesso i locali del Centro in affitto)». 
«Effettivamente - spiega ancora il legale, che assiste la società anche nel processo in cui è costituita parte civile - di lì a poco, così è stato attraverso una strana ripartizione dell’unica macro area per la Provincia di Lecce in 2 sub macro aree e senza nemmeno considerare gli esiti dell’istruttoria svolta dalla stessa Asl dalla quale era emerso “un fabbisogno assistenziale della popolazione della Asl Lecce distinto per Comune di residenza” minore nell’area sud ricomprendente Muro Leccese, invece preferito».

Il Tar Bari ha ritenuto che «dalla trascrizione delle intercettazioni, e dagli atti del procedimento penale emerge come la scelta del rilascio dell’autorizzazione a “i Giardini di Asclepio” avrebbe potuto essere condotta, da parte delle amministrazioni resistenti, sulla base di una più imparziale valutazione nella scelta degli interessati». 


E infine ha rilevato un conflitto di interesse che «emerge anche solo dalla preliminare circostanza per cui l’immobile sede della “Prodia srl” risulti essere di proprietà dello stesso assessore, il quale per l’esercizio delle sue funzioni istituzionali nel campo sanitario avrebbe dovuto, a monte, astenersi “a vista” da qualsivoglia ingerenza nel procedimento volto a selezionare il centro medico più idoneo per le prestazioni di Pma». 

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