Incidente sulla pista di Nardò: la morte del collaudatore causato da un'invasione di corsia. Intanto per la giornata di domani - la Cgil ha proclamato lo sciopero per turno, con presidio davanti ai cancelli della Nardò Technical Center. Sarà presente anche la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci.
L'incidente sulla pista
L'incidente avvenuto sulla pista di collaudo Porsche di Nardò nel quale è morto il collaudatore Mattia Ottaviano, sarebbe stato causato da un improvviso cambio di corsia della moto che in quel momento il driver stava testando.
Lo sciopero
Un'ora di sciopero per turno, con presidio davanti ai cancelli della Nardò Technical Center. È la prima forma di protesta decisa dalle segreterie provinciali di Lecce di Cgil, Fiom e Filcams dopo la morte del collaudatore Mattia Ottaviano, sulla pista di Nardò , il centro prove Sud Italia di Porsche gestito da Porsche Engineering dove lavorano circa 300 persone (un terzo delle quali dipendente di aziende appaltatrici). Lo annunciano i sindacati in una nota in cui precisano che domani (22 febbraio), dalle ore 13 alle ore 15, i lavoratori della Ntc e deIle aziende appaltatrici incroceranno le braccia e si riuniranno davanti al centro collaudo. Con loro ci sarà anche la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci.
"Stamane i sindacati - sottolinea una nota - hanno appreso la notizia durante la riunione con il prefetto Luca Rotondi, a margine della giornata di sciopero proclamato da Cgil e Uil, con le categorie di edili e metalmeccanici Fillea e Feneal, Fiom e Uilm proprio sul tema della sicurezza sul lavoro. Terminato l'incontro, una delegazione di Cgil, Fiom e Filcams (categoria che tutela i lavoratori del terziario) si è recata a Nardò, davanti ai cancelli della Porsche Engineering ed è stata ricevuta dai vertici aziendali". "Spetterà alla magistratura ricostruire dinamica e responsabilità dell'incidente. Emerge però - è detto ancora - come i lavoratori coinvolti nell'incidente fossero sulla pista a bordo di mezzi da collaudare. E come gli stessi lavoratori fossero dipendenti di due aziende diverse da Porsche Engineering, due imprese che applicano il contratto del terziario. Per cui ci ritroviamo di fronte ad un'azienda-madre che appalta ad aziende esterne la propria attività principale (non i servizi di mensa o pulizia), le quali non applicano il contratto nazionale dei metalmeccanici, come sarebbe lecito aspettarsi per i driver". "Porsche si concentri in via prioritaria a garantire la sicurezza e la salute di tutti i lavoratori, abbatta le sacche di precarietà che ancora resistono su questo sito e abbandoni la logica degli appalti", concludono i sindacalisti.