Movida e assembramenti: prima multa a sette ragazzi

Movida e assembramenti: prima multa a sette ragazzi
di Stefania DE CESARE
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Giovedì 28 Maggio 2020, 08:40 - Ultimo aggiornamento: 29 Maggio, 10:03
Movida selvaggia, scattano le prime multe anti ressa: sanzionati sette giovani in piazzetta Santa Chiara, a Lecce, per assembramento pericoloso.
Non si spengono i riflettori sulla vita notturna leccese. Dopo i problemi di affollamenti irregolari registrati la scorsa settimana e nell'ultimo weekend - con leccesi e salentini che hanno preso d'assalto le strade del centro storico e con la voglia di passeggio riaccesa dalle temperature estive - non si fermano i controlli delle forze dell'ordine mirati a sorvegliare tutte le zone care ai giovani dove ci si riunisce per l'aperitivo o per cenare fuori. In città così come in provincia.

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I servizi straordinari interforze di controllo del territorio sono stati disposti dal questore di Lecce proprio al fine di assicurare il rispetto del divieto di aggregazione di persone e l'osservanza delle misure di distanziamento sociale per il contrasto alla diffusione del virus. E proprio martedì notte è stato disposto un secondo servizio di monitoraggio che ha visto coinvolti gli agenti della Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia Locale e che ha interessato il centro storico cittadino e tutti i luoghi pieni di locali e bar dove solitamente i ragazzi, ma anche gli adulti, si riuniscono la sera per bere, per mangiare, o semplicemente per chiacchierare. Nel corso del pattugliamento, organizzato per sorvegliare e impedire alle persone di stare troppo vicine, accalcate e magari senza mascherina, sono state controllate circa 216 persone e 58 attività commerciali. A essere sanzionati per aver violato il divieto di assembramento sono stati 7 giovani, pizzicati mentre stazionavano in piazza Vittorio Emanuele, conosciuta come piazzetta Santa Chiara, il cuore della movida più giovane, senza rispettare le misure di sicurezza.
Non sono state rilevate infrazioni, invece, a carico delle attività commerciali, poiché risultate ottemperanti alle nuove direttive previste dal Dpcm del 17 maggio 2020 e all'ultima ordinanza della Regione Puglia. I titolari di ristoranti e pub, quindi, continuano lavorare attenendosi alle regole.

Accogliere i clienti nel rispetto delle norme sul distanziamento sociale, però, non è facile per i ristoratori che, proprio per questo, si stanno attrezzando per allargare il proprio spazio all'aperto. A una settimana dall'inizio della possibilità di presentare le istanze per l'allargamento dell'occupazione del suolo pubblico, sul tavolo del Comune sono arrivate circa 40 richieste. Al momento le autorizzazioni sono al vaglio degli uffici ma non tutte sono in regola. Anzi. Come spiegato dal dirigente alla Mobilità Fernando Bonocuore, infatti, ben il «90% delle domande presentate dovrà essere corretto», in quanto si deve tenere conto del «transito dei mezzi di soccorso».

Perché tavoli, sedie, ombrelloni e pedane non possono occupare tutto lo spazio pubblico e gli esercizi devono tenere conto del passaggio di ambulanze o dei veicoli delle forze dell'ordine. Le richieste di occupazione delle aree esterne sono istruite dal settore Pianificazione e sviluppo del Territorio con la collaborazione di numerosi uffici comunali, tra cui Attività Produttive e Mobilità. Come è noto, a causa dell'emergenza sanitaria, fino al 31 ottobre non si pagherà la Tosap e ci si potrà allargare con i tavoli al di là del dovuto. Ma forse si è esagerato.

Una volta visionata la documentazione, gli uffici esprimono un parere per il rilascio dell'autorizzazione. Se la domanda presenta degli errori, il Comune rispedisce al mittente il modulo, fornendo dei suggerimenti e aggiustamenti per migliorare l'istanza in modo che possa essere approvata. In questo caso, gli imprenditori devono modificare la richiesta sulla base delle indicazioni ricevute, e ripresentare il modulo che sarà preso nuovamente in carico dai settori competenti.
Un iter necessario affinché siano rispettati i parametri di sicurezza nell'utilizzo del suolo pubblico, ma che rischia di rallentare - almeno in parte - il lavoro di ristoranti e pub, impegnati da settimane in una ripartenza sempre più in salita, tra norme da seguire, poco spazio per accogliere i clienti in sicurezza, e soprattutto conti in rosso e bollette da pagare.
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