Movida e controlli, l'appello del prefetto: «I cittadini siano ancora responsabili. Cercheremo la mediazione ma per violazioni gravi scatteranno anche le multe»

Il prefetto Maria Teresa Cucinotta
Il prefetto Maria Teresa Cucinotta
di Valeria BLANCO
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Mercoledì 27 Maggio 2020, 19:01 - Ultimo aggiornamento: 20:03
L'euforia post-lockdown ha portato, nell'ultimo weekend, a qualche eccesso nella movida: troppa gente sul lungomare, gruppetti di persone senza mascherine in prossimità dei locali della movida, vicoli dei centri storici pieni all'inverosimile, in barba ai divieti di assembramento. Tant'è che alcuni sindaci sono dovuti correre ai ripari: a Lecce il flusso pedonale nel centro storico è stato guidato grazie all'impiego di vigili e transenne; a Copertino si è optato per la chiusura anticipata dei locali alle 22.30. Tutto sommato, però, nei mesi passati i salentini sono stati disciplinati e l'augurio del prefetto di Lecce, Maria Teresa Cucinotta, è che continuino ad esserlo anche ora che si respira un po' più di libertà. La preoccupazione sui rischi di una ricaduta c'è, e le forze dell'ordine continueranno a monitorare strade e piazze, a fare controlli a tappeto, ma puntando più sulla mediazione che sulla sanzione.

Prefetto, qual è il bilancio del primo weekend con i locali aperti?
«Tranne casi sporadici la situazione è rimasta sotto controllo. I salentini hanno dimostrato negli ultimi mesi un grande rispetto delle regole e sono certa che continueranno anche ora che ci viene concessa un po' più di libertà di movimento. Ho fatto un giro in città e ho constatato come, nonostante ci fosse tanta gente, la gestione dei flussi è andata bene. Del resto, basta tenere a mente due regole fondamentali: stare distanti dagli altri e indossare la mascherina quando ci si avvicina».

Si è scelta, per i primi giorni di controlli, la strada della tolleranza.
«Nell'ultimo Comitato per l'ordine e la sicurezza, a cui erano presenti anche il sindaco di Lecce Carlo Salvemini e il presidente della Provincia Stefano Minerva, abbiamo concordato su servizi di controllo, coordinati dal questore Andrea Valentino, mirati ed equilibrati, e che si rafforzeranno nel weekend. Cercheremo sempre la mediazione, le sanzioni arriveranno quando questa strada non sarà percorribile».

Ma non si poteva evitare la fuga in avanti di qualche sindaco che, con ordinanza, ha stabilito regole più restrittive per la movida?
«I sindaci hanno la facoltà di autodeterminarsi e noi interveniamo solo in caso di anomalie. Del resto, stabilire regole uniformi spetta al governo centrale o regionale. Ma poi ogni Comune ha la propria conformazione, che può richiedere scelte diverse: il centro storico di Lecce, ad esempio, ha questa struttura con stradine strette. Qui regolare i flussi con le transenne, per evitare assembramenti, è stata una misura di tipo pratico adatta a questa città, ma non ad altre».

E poi ci sono i locali, che finalmente hanno potuto riaprire battenti, ma che non sempre sono stati in grado di gestire l'afflusso di clienti. Come ci si comporta con loro?
«I titolari dei locali hanno sostenuto spese importanti per ripartire e devono essere parte attiva nell'evitare che si creino situazioni pericolose per la salute pubblica, se no scatteranno le sanzioni. L'impegno, in questa fase, deve essere corale, altrimenti si rischia di perdere tutti: i locali che dovranno chiudere, i ragazzi che non potranno uscire».

Sono proprio i giovani i più indisciplinati in questa fase?
«Non vorrei puntare il dito contro nessuna categoria: i giovani come gli adulti in alcuni casi si sono fatti prendere dall'euforia, comprensibile dopo più di due mesi in cui sono stati costretti a chiudersi in casa, a lasciare la scuola, a vivere un isolamento drammatico. Ora il mio appello è a una presa di coscienza collettiva: rispettare le regole per non tornare indietro».

Si parla in queste ore degli assistenti civici: che aiuto potranno dare ai Comuni nella gestione della movida e delle spiagge, dove a breve torneranno anche i turisti?
«Non potranno avere compiti di ordine e sicurezza pubblica, ma penso che, se ben regolamentati, potrebbero avere una funzione persuasiva, utile. In questo momento difficile, tanti comuni hanno bisogno di questo tipo di supporto».
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