«Aiuto, sono stata violentata». Julie e il pianto in ospedale

«Aiuto, sono stata violentata». Julie e il pianto in ospedale
di Andrea TAFURO
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Giovedì 26 Ottobre 2023, 08:54 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 07:09


«Aiuto, sono stata violentata». Poche parole intrise di dolore, pronunciate con voce flebile e con un italiano appena accennato, per chiedere aiuto ai sanitari in pronto soccorso. Un racconto di sofferenza, a cui Julie, la studentessa francese di 21 anni trovata morta domenica scorsa nel suo appartamento in zona San Pio a Lecce, non ha retto.

In ospedale con due amiche

Alcuni giorni prima dell'estremo gesto però, precisamente giovedì 19 ottobre intorno alle 16.20, la studentessa francese si era recata all'ospedale "Fazzi" di Lecce, accompagnata al triage ospedaliero da due ragazze, che si sarebbero presentate come mediatrici linguistiche universitarie per il progetto Erasmus.

Julie era arrivata in Salento da poco tempo e sarebbe dovuta restare sino a fine anno. Conosceva pochissimo la lingua italiana e per questo preferiva affidarsi alle interpreti nella traduzione dal francese o dall'inglese. Davanti all'infermiera però è arrivata la raggelante confessione della ragazza: «Mi hanno violentata». Poi il pianto sofferto, stretta nell'abbraccio di una delle accompagnatrici.

 

L'allarme e il percorso rosa

Immediato in pronto soccorso è scattato l'allarme ed è stato avviato il percorso dedicato per la presa in carico e il trattamento diagnostico terapeutico all'interno della "Stanza Rosa" per le donne vittime di violenza sessuale. In pochi minuti la ragazza è stata raggiunta da una ginecologa e da un'ostetrica. «La studentessa non parlava italiano, era silenziosa ma visibilmente turbata», è quanto lasciato trapelare dai sanitari. Con l'aiuto delle due interpreti le dottoresse avrebbero provato a dialogare con la ragazza, a comprendere il suo dolore e a spiegarle il percorso da seguire nella stanza Rosa attivata al "Fazzi" nel novembre 2022: un ambiente riservato, dedicato alle donne che hanno subito violenza e ai loro figli nei casi in cui abbiano assistito ai soprusi. Uno spazio accogliente nel quale la donna è accolta, ascoltata, non giudicata, curata, protetta e aiutata. Alle dottoresse intervenute, la giovane avrebbe raccontato di essere stata violentata nella notte, circa 12 ore prima dal suo accesso in pronto soccorso. Negli occhi della giovane, ad ogni parola pronunciata emergeva dolore e smarrimento. La conversazione in inglese tra medico e paziente è durata ancora pochi minuti. Poi, la studentessa vestita in abiti scuri, quasi a volere mascherare le difficoltà del momento, ha rifiutato la visita medica.

Il racconto dei sanitari

«La ragazza era visibilmente provata e con estrema delicatezza abbiamo provato a convincerla a farsi visitare ma non è stato possibile avvicinarla. Ha rifiutato ogni accertamento chiudendosi nel suo silenzio», rivelano ancora dal nosocomio leccese. A questo punto i sanitari avrebbero proposto alla ragazza di denunciare l'episodio alle forze dell'ordine e tornare il giorno seguente in ospedale per un incontro con lo psicologo, ma nulla avrebbe convinto la 21enne francese, che dopo aver firmato le dimissioni avrebbe quindi lasciato l'ospedale accompagnata dalle due interpreti. Forse la giovane era ancora troppo scossa e incapace di raccontare quanto subito alcune ore prima. Un dolore, forse confessato ad alcune amiche, e riportato solo nel diario ritrovato nella camera da letto, in cui la 21enne avrebbe scritto, in francese, un messaggio di addio ai genitori.
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