Lecce, studentessa francese suicida: 19enne indagato per istigazione al suicidio e violenza sessuale

Si tratta di uno studente del Brindisino. I primi accertamenti sul telefonino della 21enne effettuati dalla Squadra mobile

La vittima e l'appartamento in cui è stata ritrovata
La vittima e l'appartamento in cui è stata ritrovata
di Roberta GRASSI
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Mercoledì 25 Ottobre 2023, 22:00 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 07:09

C’è un indagato nell’inchiesta sulla morte di Julie, la studentessa francese di Filosofia, 21enne, trovata senza vita domenica nel suo appartamento di via Pappacoda, rione San Pio, a Lecce. Si ipotizza che la giovane si sia suicidata: qualche giorno prima dell’estremo gesto si era recata al Pronto soccorso di Lecce raccontando di aver subito abusi sessuali.

Oggi l'autopsia

Fatti i primi accertamenti sul suo telefono, i poliziotti della Squadra mobile di Lecce sono giunti a identificare un ragazzo del Brindisino, anche lui studente universitario. Ieri, come atto dovuto, il pm Maria Rosaria Petrolo ha notificato l’avviso di conferimento di un doppio incarico: l’autopsia che sarà eseguita oggi, con annesso esame per la ricerca di tracce biologiche, affidati ai medici legali Alberto Tortorella e Giacomo Mongelli. E l’estrapolazione dei dati del telefono, compito assegnato all’ingegnere Giovanni Leo. Ad essere stato iscritto, in modo tale da poter avere la possibilità di difendersi partecipando agli accertamenti tecnici irripetibili, è un 19enne dell’area centrale della provincia di Brindisi che avrebbe avuto contatti telefonici con la vittima dopo un incontro in facoltà.

Non una conoscenza approfondita, a quanto pare, ma una “amicizia” nata tra le aule, su cui effettuare i dovuti approfondimenti per vagliare quanto riferito da Julie il 19 ottobre al personale sanitario. 

 


Sul caso stanno lavorando i poliziotti della Squadra mobile della Questura di Lecce, coordinati dalla procura. Il caso viene seguito in prima persona anche dal procuratore della Repubblica, Leonardo Leone de Castris. Molto delicata la vicenda, i cui risvolti non sono ancora del tutto chiari. 


I fatti

Domenica sera attorno alle 20 il coinquilino di Julie, studentessa modello che si trovava a Lecce dagli inizi di ottobre per un programma di scambio del genere “double degree”, ha lanciato l’allarme perché la ragazza non apriva la porta della sua stanza. L’alloggio in cui si trovava è al quinto piano di un palazzo di via Pappacoda, nei pressi di via Taranto. Si tratta di immobili che UniSalento mette a disposizione dei giovani stranieri che giungono nel Salento per motivi accademici. 

Le indagini


Sul posto sono giunti i poliziotti della Mobile, i colleghi della Scientifica e i vigili del fuoco oltre ai personale sanitario del 118. La 21enne giaceva a terra: attorno al collo un laccio delle scarpe legato all’armadio. Da una prima ipotesi sarebbe morta per soffocamento. Dagli ulteriori accertamenti è emerso poi l’episodio avvenuto il 19 ottobre: nel pomeriggio si era recata in ospedale, accompagnata da due mediatrici linguistiche, aveva raccontato di aver subito presunti abusi ma non aveva voluto sottoporsi a ulteriori visite né sporgere formale denuncia. 

Il biglietto lasciato ai genitori


Nella stanza è stato trovato un biglietto: «Penso che sia arrivato il momento di fermarmi qui, non ne posso più, mi dispiace mamma e papà». E poi l’amore per alcuni amici, per il fidanzato. L’affermazione: «È troppo quello che mi è successo». Le scuse, l’addio. Ma nessun riferimento esplicito all’episodio divenuto centrale nell’inchiesta. 
A quanto si apprende, il fascicolo per istigazione al suicidio e violenza sessuale era inizialmente riferito a persone non identificate. Nel pomeriggio di ieri è avvenuta l’iscrizione e il conferimento di incarico per l’autopsia, per le indagini di tipo genetico, e per l’analisi del cellulare della vittima e dell’indagato, entrambi sottoposti a sequestro. 
Pochi gli elementi di riscontro in possesso degli investigatori, che mantengono il più totale riserbo sulla tipologia di dati di cui dispongono. Difficile comprendere cosa effettivamente sia accaduto. Il 19enne non è stato ancora sentito dai poliziotti che stanno compiendo approfondimenti. La sua iscrizione è necessaria anche a consentirgli di fornire una versione dei fatti con tutte le tutele che la legge gli riserva. 

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