Julie, la sferzata di Seccia al Duomo: «Tardi per piangere e pentirsi»

Julie, la sferzata di Seccia al Duomo: «Tardi per piangere e pentirsi»
​Julie, la sferzata di Seccia al Duomo: «Tardi per piangere e pentirsi»
di Serena COSTA
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Venerdì 27 Ottobre 2023, 09:31

Un silenzio che pesa sui cuori come un macigno: giovani cuori incapaci di proferire una parola, solo abbracci e lacrime sommesse, composte, per onorare l'eleganza e il fulgore di una ragazza che non ha retto un peso evidentemente insopportabile per lei. Con lo stesso silenzio, con la stessa compostezza, la famiglia di Julie ha ascoltato ieri la messa in ricordo della ragazza, tenutasi nel Duomo di Lecce.

Un dolore schiacciante, quello letto sui visi affranti di papà, mamma, fratello e della compagna del padre, che non ha trovato anch'esso le parole, una via di fuga. Volti contriti, rassegnati, rigati dalle lacrime impotenti. Ad accoglierli nella chiesa madre il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, gli assessori comunali ai Servizi sociali, Silvia Miglietta, e alla Cultura, Fabiana Cicirillo, oltre alla comunità studentesca, guidata dal rettore di Unisalento, Fabio Pollice.
Ed è proprio sull'indicibile, sull'imprevedibile verità che spunta impunita nella vita di una giovane innocente che si è puntato il dito ieri.

Le parole di Seccia

A incominciare da monsignor Michele Seccia, che ha introdotto così la messa celebrata da Padre Paolo Quaranta: «Esprimo la più grande vicinanza e solidarietà alla famiglia di Julie.

Le tragedie sono una sorpresa, ma certe sorprese non si improvvisano, semmai, possono essere determinate dall'insensibilità personale questo il "j'accuse" dell'arcivescovo metropolita di Lecce . Piangere e pentirsi è sempre tardi, impariamo piuttosto a ragionare. Anche quando si sente un impulso, un desiderio che ci fa dire "Lo vedo, mi piace, lo prendo", dobbiamo porci due domande: "È bene? Mi fa bene?". Oggi, non si celebra messa perché c'è un morto, ma perché crediamo che la nostra vita sia immortale».

Sul fallimento di una comunità che si è fermata alle apparenze si è soffermata l'omelia accorata di Padre Paolo Quaranta: «Non immaginate con quanta trepidazione e paura condivido con voi questa messa, mi permetto di entrare nel dolore della famiglia di Julie e per questo chiedo loro scusa. Sono stati giorni di grandi interrogativi, quelli appena trascorsi: affidiamo Julie alla misericordia di Dio. Educata, bella e brillante, ma anche molto fragile. Una fragilità che non abbiamo saputo cogliere. Ma non si può nascondere la polvere sotto il tappeto del barocco, non si può non parlare di quanto accaduto in una città che non si sta interrogando questo l'affondo del frate francescano . Ringrazio gli studenti universitari di non avere voluto svolgere la commemorazione della loro amica in Ateneo, ma di avere scelto una cerimonia in chiesa, perché hanno capito che c'è un valore trascendente. Julie aveva scelto di studiare Filosofia, perché voleva interrogarsi e autocomprendersi. Ed è quella passione per la verità che vogliamo portare avanti, proprio come si fa negli studi filosofici. Julie non ha trovato la bussola e questo ci dimostra che stiamo perdendo il senso della vita. Perché la fragilità deve rappresentare un'occasione, a condizione che venga esternata. L'Università sia un cantiere sempre aperto di confronto interpersonale, non solo una fucina di idee. Abbiamo fallito tutti per esserci fermati alle apparenze. Julie, insegnaci ad ascoltarci a vicenda e a non chiuderci nella paura e nella vergogna questa l'ultima preghiera di padre Paolo . E a chi si è permesso di infliggerti l'ultima ferita dico: "Convertitevi, verrà un giorno"».

A concludere commosso la cerimonia, l'appello del rettore Pollice: «Ho nel cuore una profonda tristezza e un grande buio. Dobbiamo evitare che queste cose accadano nel futuro. L'affetto e l'amicizia ci devono dare la forza di andare avanti. Gli studenti stranieri arricchiscono la nostra università e spero che continuino a venire da noi. Julie sarà sempre nostra figlia, Julie è ognuno di noi e nessuno deve più sentirsi solo».

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