Julie, dall'autopsia nessun segno di colluttazione. L'indagato: «Rapporto consensuale»

Indagato per violenza sessuale e istigazione al suicidio un 19enne del Brindisino

Julie, dall'autopsia nessun segno di colluttazione. L'indagato: «Rapporto consensuale»
Julie, dall'autopsia nessun segno di colluttazione. L'indagato: «Rapporto consensuale»
di Roberta GRASSI
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Giovedì 26 Ottobre 2023, 12:17 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 11:39

«Sono sotto choc, mi aveva invitato a salire a casa sua. È stato un rapporto sessuale consenziente»: non ha avuto ancora modo di riferire formalmente la propria versione dei fatti, il 19enne del Brindisino che è indagato per violenza sessuale e istigazione al suicidio, in relazione alla morte di Julie, 21 anni, la studentessa francese di Filosofia trovata morta domenica sera nell'appartamento in cui alloggiava a Lecce, in via Pappacoda al rione San Pio. Ma lo ha fatto informalmente agli investigatori e al suo difensore.

La ragazza, che in Italia stava trascorrendo alcuni mesi nell'ambito di un progetto di scambio universitario, il "double degree", si sarebbe tolta la vita con un laccio delle scarpe legato all'armadio. Pochi giorni prima del drammatico epilogo si era recata in ospedale e aveva raccontato ai medici di aver subito abusi sessuali, ma non aveva voluto farsi visitare né sporgere querela.

I dettagli

L'autopsia, eseguita ieri dal medico legale Alberto Tortorella, ha escluso segni di colluttazione o lesioni diverse da quelle provocate al collo dal laccio utilizzato. La morte sarebbe avvenuta per soffocamento, dinamica che confermerebbe l'ipotesi iniziale, quella del suicidio.
Bisognerà attendere per gli esami del genetista, Giacomo Mongelli, a cui il pm Maria Rosaria Petrolo ha chiesto di appurare se sul corpo della ragazza vi fossero tracce biologiche esterne.

L'ingegnere Giovanni Leo dovrà occuparsi di estrapolare i dati contenuti nel telefono della giovane e del ragazzo iscritto nel registro degli indagati come atto dovuto per poter nominare consulenti di parte. La difesa, sostenuta dall'avvocato Aldo Gianfreda, non ha indicato alcun perito di parte.

Gli uomini della Squadra Mobile della polizia, intanto, continuano con le audizioni. Ieri sono stati ascoltati i genitori della ragazza, appena giunti nel Salento. A loro è toccato il doloroso compito di effettuare il riconoscimento e di avviare le pratiche per il trasferimento del corpo in Francia, dove saranno celebrati i funerali. Ma anche riferire di eventuali confidenze ricevute.

Sono state raccolte le testimonianze dei compagni di corso, degli amici e delle amiche che Julie frequentava a Lecce. La ragazza bielorussa con cui aveva trascorso la serata del 18 ottobre, quella in cui aveva conosciuto il 19enne che ora risponde dei presunti abusi. Stando agli elementi al momento in possesso degli investigatori l'incontro si sarebbe verificato nei locali solitamente frequentati dagli universitari. La zona è quella di via Taranto, vicina all'università e agli alloggi degli studenti.

I due avrebbero avuto un approccio già fuori dall'appartamento, a cui l'amica di Julie avrebbe assistito. Si sarebbero presi per mano, abbracciati. Poi, mentre l'altra ragazza rientrava a piedi nel suo appartamento, la 21enne francese e il giovane brindisino sarebbero entrati in casa, al quinto piano. Lì si sarebbe consumato il rapporto sessuale. Consenziente, dice lui che ha mostrato ai poliziotti il selfie che aveva scattato allo specchio dell'androne del palazzo, confermando di fatto di essere stato lì quella sera. Una violenza, aveva spiegato lei al pronto soccorso del Vito Fazzi, il 19 ottobre, pur senza voler formalizzare alcunché. Cosa sia accaduto all'interno della stanzetta di Julie è obiettivamente difficile da ricostruire a posteriori. I racconti dei testimoni, degli affetti più cari a cui potrebbe aver confidato qualcosa, potrebbero chiarire i contorni di una vicenda ancora fumosa.
Sono state sentite anche le due mediatrici linguistiche che hanno accompagnato la studentessa al nosocomio. Tre giorni prima della drammatica decisione di togliersi la vita, dopo aver lasciato un biglietto: «Mamma e papà vi amo tanto, non è colpa vostra, è troppo quello che è successo».
 

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