La foto di Julie col cane sul profilo della mamma: «Sei una stella in cielo»

Julie con il suo cane
Julie con il suo cane
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Giovedì 26 Ottobre 2023, 10:01 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 07:09

La mamma di Julie, la ragazza che si è suicidata dopo una violenza sessuale a Lecce, a notte fonda, ha cambiato la foto del profilo di Facebook. C'è la sua bambina in primo piano, accanto a un cane. Julie amava tanto gli animali, sulla sua bacheca sono moltissimi i post che ritraggono gli amici a quattro zampe al suo fianco. «Il cuore è a pezzi. Non c'è niente di peggio per una madre». I messaggi di cordoglio affollano la timeline. Proprio sotto il sorriso timido di una ventenne prodigio.

Una studentessa prodigio


A 17 anni, accompagnata dal padre, era arrivata a Lille. Universitaria, borsista. Il giornale "La voix du Nord" l'aveva intervistata.

Era lì, pronta a prendere possesso del suo appartamentino. Uno "studio", come si dice in francese di appena 19 metri quadri. Nell'articolo ne venivano sottolineate le brillanti doti scolastiche: massimo dei voti, lode. E lei stessa, Julie, narrava determinata dei sacrifici che la sua famiglia stava compiendo per consentirle di andare avanti. Una retta da 500 euro al mese, spese incluse. Un totale di 900 euro per mantenersi fuori casa. Uno sforzo che orgogliosi, mamma e papà, stavano facendo per lei. Si era laureata in tempo, a Lille, dove era stata anche rappresentante degli studenti. Stava poi frequentando un corso "superiore" e proprio in un progetto di scambio aveva deciso di trascorrere un periodo a Lecce, nel profondo Sud d'Italia. Distante dal nord della Francia in cui era cresciuta. Ma pur sempre in riva al mare.

Julie, in Puglia da settembre


Una ragazza semplice, timida, riservatissima. Il 27 settembre la prima foto in Puglia, sui gradini di una casa dall'architettura tipica in pietra. Il benvenuto in una terra in cui ha anche smesso di voler andare avanti, per un dolore forte a tal punto da non consentirle di chiedere aiuto fino in fondo.
I poliziotti della Mobile stanno raccogliendo tutti gli elementi: dagli amici di sempre, dagli affetti più cari. Dalle ragazze che aveva conosciuto a Lecce. Gli studenti stranieri solitamente frequentano la facoltà e inizialmente tendono a dividersi in gruppi a seconda delle nazionalità. Julie non parlava italiano, ma solo inglese e francese. La lingua è il primo ostacolo per la socializzazione. Ma gli eventi organizzati per garantire l'inclusione, per far sì che l'esperienza abbia un vero valore di scambio culturale, sono tanti. E la zona in cui alloggiava, a San Pio, è strapiena di locali. L'appartamento fa parte dello stesso stabile in cui si trova un famosissimo pub sempre strapieno. A due passi da via Pappacoda, dove si è consumata la tragedia, ci sono ristorantini, take away, sushi, il mondo di pub e di locali dove riunirsi.
Dopo il ritrovamento del corpo, dal passaporto gli investigatori hanno individuato i famigliari. I genitori giungeranno in Puglia non appena la salma non sarà più a disposizione della magistratura per i dovuti accertamenti.

I messaggi sui social


Sui social sono moltissimi i post di vicinanza.
«Sei andata a unirti alla luce delle stelle ma rimarrai per sempre nei nostri cuori... Riposa in pace Julie», scrive una donna.
E poi ancora cuori, fiori, abbracci per la madre e per il padre, figure importanti nella vita della 21enne a cui ha voluto indirizzare l'ultimo messaggio contenuto nella lettera sequestrata dai poliziotti.
«Penso che sia arrivato il momento di fermarmi qui, non ne posso più, mi dispiace mamma e papà. Mi manca il mio Pierre che amo, mi dispiace per tutti coloro che ho incontrato. Mi dispiace per Julie, e soprattutto Leo. Vi amo, non è colpa di nessuno, perché mi avete tanto amata, ma non ci riesco più, non riesco ad accettare ciò che mi è successo, è troppo difficile per me rimanere sola. Vi amo, soprattutto Pierre. Sono triste».

Il mistero nella lettera


Parole confuse, che non hanno rivelato - come del resto spesso accade in situazioni simili - una precisa motivazione rispetto al gesto compiuto. Da parte dei suoi cari nessuna reazione di rabbia, ma un silenzio affranto. E la comprensibile ricerca della verità che non può che essere affidata alle autorità italiane. Le indagini sono state avviate immediatamente e vanno avanti senza tralasciare nulla. Nel pomeriggio di martedì la Scientifica è tornata nell'appartamento occupato da Julie per prelevare campioni di ogni genere. Oggi sarà eseguita l'autopsia. Non si può in alcun modo trascurare quanto è contenuto nel referto medico che è stato prodotto il 19 ottobre all'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce, quando la giovane studentessa ha spiegato, nella stanza rosa dedicata alle vittime di violenza, di aver subito un rapporto sessuale privo del suo consenso. Subito dopo è andata via, rifiutando ulteriori accertamenti sanitari e la formalizzazione di una denuncia. Una scelta che, trattandosi di una ragazza maggiorenne, nessuno mai le avrebbe potuto impedire. Sebbene, facile dirlo col senno del poi, l'aiuto che avrebbe senz'altro ricevuto le avrebbe forse salvato la vita.
R.Gra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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