«Lecce, marine abbandonate nel degrado»: la denuncia di 10 associazioni

«Lecce, marine abbandonate nel degrado»: la denuncia di 10 associazioni
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Venerdì 2 Luglio 2021, 21:44 - Ultimo aggiornamento: 22:16

Marine leccesi: da fiore all’occhiello a luogo di degrado. A denunciare l'abbandono del litorale di competenza del capoluogo, è la rete di associazioni “Insieme per l'Ambiente e il territorio" costituita da 10 associazioni  (Accademia Kronos Lecce, Ads 3Oceani, Ata-Pc Lecce, City Angels Lecce, Cleanup Surbo-Giorgilorio, Coa, Dacci una zampa, Endas Lecce Comitato prov.le, Enpa Lecce, Green Wave Salento).

«Purtroppo, l’attenzione per il ritiro dei rifiuti - scrivono in una nota congiunta - non ha lo stesso valore che ha in città. Inoltre, tenendo conto che Torre Rinalda, Spiaggiabella e Torre Chianca rientrano nell’area protetta del Parco Naturale Regionale “Bosco e Paludi di Rauccio”, la questione diventa alquanto scottante, perché spesso gente senza scrupoli, pur di far sparire i propri rifiuti, appicca il fuoco provocando gravissimi incendi  – continuano dalla Rete –. In ogni angolo delle marine vige la “legge di nessuno”, non solo rifiuti abbandonati ovunque, ma parcheggi selvaggi sulle dune e c’è anche chi ha pensato bene di realizzare, nei pressi della propria abitazione, la spiaggia privata chiudendo l’accesso con cemento e installando ombrelloni, in barba a ogni ordinanza balneare.

Questi luoghi dovrebbero essere considerati “sacri” più della stessa città alla quale appartengono e anche i cittadini, che abitano nelle marine tutto l’anno, devono poter godere degli stessi diritti e dello stesso rispetto di cui godono coloro che abitano nel centro urbano».

E concludono: «Ci siamo resi conto che l’attenzione posta dalle Istituzioni non è sufficiente per arginare tutti i problemi evidenziati, non sono sufficienti le risorse messe in campo e le azioni di contrasto effettuate fino a questo momento, non bastano le giornate di pulizia organizzate dalla stessa amministrazione e dalle associazioni con i propri volontari, occorrono più risorse, più controlli severi e costanti, più sinergia da parte di tutti per evitare che le marine leccesi dal tanto decantato fiore all’occhiello diventino un luogo di totale degrado».

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