Otranto e Gallipoli, due “lady di ferro” e dirigenti irreprensibili. «Pressioni respinte»

Da sinistra Luisella Guerrieri ed Elena Manni
Da sinistra Luisella Guerrieri ed Elena Manni
di Roberta GRASSI
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Domenica 24 Settembre 2023, 08:05 - Ultimo aggiornamento: 22:12

Due donne, due dirigenti (ognuna nel proprio ambito). Entrambe sono descritte da chi le conosce come baluardi di legalità, ostacoli irremovibili a presunte trame politiche e impermeabili alle pressioni. È il profilo della numero uno dell’ufficio tecnico di Gallipoli, Luisella Guerrieri, e della comandante della Capitaneria di Porto di Otranto all’epoca dei fatti, Elena Manni, che in tempi diversi e per ragioni simili hanno assunto un ruolo pressoché identico e nelle inchieste che hanno riguardato i rispettivi territori.

Le inchieste di Otranto e Gallipoli

A Otranto, dove il 12 settembre del 2022 fu arrestato il sindaco Pierpaolo Cariddi, insieme al fratello e suo predecessore Luciano, per presunte agevolazioni agli imprenditori in cambio di favori elettorali.

A Gallipoli, nell’ultimo blitz che pure si è occupato di presunti vantaggi ricevuti da privati e nel corso del quale tre persone sono finite ai domiciliari. 


Il ruolo e il profilo delle due “lady di ferro” sono tracciati nelle carte dell’uno e dell’altro procedimento. 
Per Gallipoli, si parla di «aree escluse» e di un progetto di Cesario Faiulo (ora ai domiciliari). Se ne sarebbe interessato l’ex assessore al Turismo Emanuele Piccinno (anche lui ai domiciliari) che avrebbe chiesto aiuto al sindaco Stefano Minerva, non senza prima avergli regalato del pesce, a quanto emerge dalle intercettazioni.
«Ha detto Minerva - si legge nella trascrizione di una conversazione - che non gliele fanno le aree escluse, da mo’ che l’ho capito. Perché ha detto che alla Guerrieri non glielo posso dire, perché è particolare». In un altro colloquio captato in auto tra Piccinno e un consigliere comunale, i due avrebbero discusso della posizione ferma della dirigente Guerrieri: «Mi ha detto Minerva che sulla Guerrieri lui non può intervenire, che non sa se le aree escluse le fa, o se le fa le fa come dice lei». Il consigliere quindi avrebbe aggiunto, rivolgendosi sempre a Piccinno: «Però, Emanuele, ora dimmi una cosa, tu sei il sindaco e non vai dalla dirigente a dire (batte i colpi sul cruscotto), non mi rompere la m... Luisella devi farmela questa cosa. Quindi non la vuole fare». 


Ancora Minerva, sempre in una conversazione de relato, avrebbe annunciato: «Lei è la dirigente e io mi rimetto a lei, non mi interessa proprio». Da qui il commento di Faiulo, che «lamentava - scrivono i finanzieri della compagnia di Gallipoli - come “roba da pazzi” l’atteggiamento corretto che la pubblica amministrazione dovrebbe sempre tenere senza piegarsi ogni volta alle pressioni dell’imprenditore o del politico di turno». 
L’imprenditore infatti si sarebbe lasciato andare a una valutazione, in riferimento alla Guerrieri: «Si è scannata con.. (fa il nome di alcune persone)... con me, con tutti, con tutti, quanti più consiglieri vanno a dire vediamo, peggio lei, peggio. È pazza proprio questa». 

Otranto e le intercettazioni


Altra storia, a Otranto. Dove per la questione Twiga, la comandante Manni aveva denunciato formalmente pressioni subite per rimuovere un divieto di balneazione funzionale, secondo l’accusa, all’intervento. 
In tutti i casi si è trattato di presunti condizionamenti e richieste rispediti al mittente. Sia Guerrieri che Manni, ognuna nel proprio procedimento, sono state ascoltate dalla Procura (dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone e dalla pm Giorgia Villa per Otranto, dal pm Alessandro Prontera per Gallipoli) e hanno fornito il proprio contributo. A tutela del proprio operato, anzitutto. E comunque in difesa della pubblica amministrazione.

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