Porto Cesareo, sigilli alla battigia dopo l'inchiesta sul ripascimento

transenne per indicare l'area sequestrata
transenne per indicare l'area sequestrata
di Francesco DE PASCALIS
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Domenica 2 Luglio 2023, 05:00

Transenne a delimitare la battigia, a mo’ di sigilli. A Porto Cesareo la Procura di Lecce - sezione reati ambientali -, con attività affidate alla Capitaneria di Porto di Gallipoli, indaga su ipotesi di reato di “deturpamento di bellezze naturali” con ogni probabilità a seguito delle attività di ripascimento avviate lungo una vasta zona del litorale sabbioso situato in località “Belvedere”. Da ieri tanti turisti e bagnanti, incuriositi da transenne e sigilli, hanno commentato sulle spiagge e sui social soprattutto, ciò che accade ormai dal 20 giugno scorso, giorno in cui sono state avviate e poi sospese le operazioni di rifacimento dell’arenile utili al contenimento dell’evidente fenomeno erosivo che interessa quel tratto di costa. 

Il dibattito

Un dibattito divenuto infuocato soprattutto dopo gli attacchi del gruppo di minoranza “Cambiare Rotta”, che in una nota pubblica, diffusa prima del sequestro probatorio effettuato dai militari della Capitaneria di Gallipoli e dai colleghi del locale ufficio marittimo Torre Cesarea, per voce dei consiglieri Francesco Schito e Stefano My hanno chiesto un “mea culpa pubblico” all’assessore al ramo di Porto Cesareo Salvatore Albano, reo a loro avviso, «di aver utilizzato malamente e senza alcun effetto utile fondi pubblici dell’ente comunale, per un controvalore di 60mila euro su una spesa totale di 190 mila euro, pari al costo complessivo di un’opera non portata a termine e che non ha fornito alcun effetto sperato al miglioramento della spiaggia».
Da qui la secca e perentoria replica dell’ex sindaco cesarino Albano, oggi assessore alla Manutenzione del territorio, alla pesca ed alle opere portuali, che ha voluto chiarire gli aspetti peculiari della vicenda.
«Il ripristino o ripascimento degli arenili dell’insenatura di zona Belvedere, dove l’erosione costiera è particolarmente evidente ed annosa, è a tutti gli effetti un progetto sperimentale, già effettuato in diverse località pugliesi, che riguarda tratti di spiagge pubbliche ed in concessione - esordisce Salvatore Albano -.

Si tratta di un progetto di spesa superiore ai 100.000 euro, e proprio per questo inserito, come stabilito dalla legge, nel programma delle cosiddette opere pubbliche pluriennali».

Il progetto 

Da qui l’ex sindaco passa a spiegare il progetto di rifacimento della zona sud di fronte alla Torre denominata de La Chianca. «Il progetto che ha tutte le autorizzazioni necessarie dai vari Enti competenti - chiarisce Albano - si sarebbe dovuto concludere entro fine aprile 2023, ma a causa del persistere delle mareggiate e del cattivo tempo fino a giugno inoltrato, ha fatto sì che i lavori fossero autorizzati con ordinanza della Capitaneria di Porto di Gallipoli dal 18 al 24 giugno scorso». Infine il riferimento alle indagini e dall’attuale situazione. «Da ieri i tratti di arenile interessati dal ripristino sono stati messi sotto sequestro dalla stessa capitaneria - spiega - con ogni probabilità per sviluppare e svolgere delle verifiche utili a comprendere se oltre alla sabbia, sia stato prelevato altro materiale, come fango o detriti, poi depositati sulle spiagge. Ovvio che se si sia prefigurato un reato e di che tipo sia, - conclude Albano - lo valuteranno gli organi di competenza e noi ne trarremo le dovute conseguenze. Per il resto non so cosa vogliano i consiglieri di opposizione My e Schito quando chiedono un mio mea culpa. A loro ricordo che proprio in quell’area, ci sono tratti di spiaggia libera, lidi balneari e soprattutto abitazioni colpite dall’erosione con cedimento strutturale, per le quali la Regione ed il Comune sono stati condannati al pagamento di un risarcimento per non aver messo in campo mezzi e/o progetti di contenimento dell’erosione costiera».

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