​Sanità e assunzioni, l'ultima accusa: «Mazzetta da ottomila euro per un posto in Arpal»

Sanità e assunzioni, l'ultima accusa: «Mazzetta da ottomila euro per un posto in Arpal»
di Roberta GRASSI
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Martedì 11 Ottobre 2022, 21:49 - Ultimo aggiornamento: 22:58

Una mazzetta da 8mila euro per superare un concorso. Denaro “effettivamente versato”, secondo l’accusa, sulla base di una promessa: superare il concorso Arpal (Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro), grazie a millantate conoscenze con “Cassano”, ossia il direttore generale Massimo Cassano del tutto estraneo all’inchiesta
Il capo d’accusa sulla vicenda è stato inserito nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del pm Alessandro Prontera. L’ipotesi contestata è traffico di influenze illecite. La stessa, che ricorre in tutte le parti dell’avviso di chiusura inchiesta che riguardano promesse di denaro in cambio di presunte o possibili assunzioni non dirette, previo superamento di concorsi. 

Il concorso


Tornando ad Arpal.  I fatti contestati sono riferiti a un periodo compreso tra il febbraio 2020 e il 15 luglio 2021, data di svolgimento delle prove scritte. Secondo l’accusa Mario Romano, in qualità di consigliere regionale, all’epoca in carica, sfruttando o «vantando» relazioni esistenti o asserite con pubblici ufficiali, si sarebbe «fatto indebitamente dare e promettere denaro come prezzo della propria mediazione illecita verso pubblici ufficiali».

Nel caso specifico, nel corso di un incontro avvenuto a febbraio in un bar di Matino, Romano avrebbe rappresentato a Giancarlo Ferilli, coindagato, il cui figlio avrebbe presentato ad agosto domanda di partecipazione a un concorso pubblico di Arpal, in particolare quello per l’assunzione di 578 unità di personale a tempo pieno e indeterminato con profilo di istruttore del lavoro, che «conosceva tutti, che da tanti anni lavorava in Regione, che il presidente Arpal, Cassano era un suo conoscente», assicurandogli così, ritiene la procura sulla base delle indagini della guardia di finanza di Otranto, il superamento del concorso dietro il corrispettivo di 8mila euro. 

C’è poi un riscontro ulteriore. Ferilli, a parere dell’accusa, avrebbe effettivamente promesso di corrispondergli e consegnato in contanti tra il 20 e il 21 marzo 2020 a Tuglie, presso il piazzale della stazione. Il fatto che Romano avesse commesso il fatto durante il mandato da consigliere regionale, è ritenuto un’aggravante, per via della qualifica di pubblico ufficiale.
Nell’avviso di conclusione delle indagini ci sono altri episodi simili che riguardano però Sanitaservice. Si parla di cifre di vario importo: 7mila euro, in un caso. Tremila in un altro. Ancora, 2mila per una aspirante Oss presso il distretto ospedaliero di Foggia. E infine, 7.500 euro, in contanti, in un ultima circostanza. Per promuovere il superamento di un concorso in Sanitaservice, o in alternativa ad Arpal. Anche in questo caso, denaro che per gli investigatori sarebbe stato «effettivamente consegnato». 
In tutti i casi vi sarebbero state tranche e dilazioni. Sempre, nelle circostanze descritte, il pagamento sarebbe avvenuto cash. Chiuso il cerchio, dunque, secondo la Procura di Lecce, ci sono ora venti giorni di tempo per gli indagati per presentare memorie o per chiedere di essere ascoltati. Da un punto di vista cautelare (per chi è stato destinatario di misure restrittive) la situazione è rimasta immutata, i ricorsi al Riesame sono stati tutti rigettati.

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