Una mazzetta da 8mila euro per superare un concorso. Denaro “effettivamente versato”, secondo l’accusa, sulla base di una promessa: superare il concorso Arpal (Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro), grazie a millantate conoscenze con “Cassano”, ossia il direttore generale Massimo Cassano del tutto estraneo all’inchiesta.
Il capo d’accusa sulla vicenda è stato inserito nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari a firma del pm Alessandro Prontera. L’ipotesi contestata è traffico di influenze illecite. La stessa, che ricorre in tutte le parti dell’avviso di chiusura inchiesta che riguardano promesse di denaro in cambio di presunte o possibili assunzioni non dirette, previo superamento di concorsi.
Il concorso
Tornando ad Arpal. I fatti contestati sono riferiti a un periodo compreso tra il febbraio 2020 e il 15 luglio 2021, data di svolgimento delle prove scritte. Secondo l’accusa Mario Romano, in qualità di consigliere regionale, all’epoca in carica, sfruttando o «vantando» relazioni esistenti o asserite con pubblici ufficiali, si sarebbe «fatto indebitamente dare e promettere denaro come prezzo della propria mediazione illecita verso pubblici ufficiali».
C’è poi un riscontro ulteriore. Ferilli, a parere dell’accusa, avrebbe effettivamente promesso di corrispondergli e consegnato in contanti tra il 20 e il 21 marzo 2020 a Tuglie, presso il piazzale della stazione. Il fatto che Romano avesse commesso il fatto durante il mandato da consigliere regionale, è ritenuto un’aggravante, per via della qualifica di pubblico ufficiale.
Nell’avviso di conclusione delle indagini ci sono altri episodi simili che riguardano però Sanitaservice. Si parla di cifre di vario importo: 7mila euro, in un caso. Tremila in un altro. Ancora, 2mila per una aspirante Oss presso il distretto ospedaliero di Foggia. E infine, 7.500 euro, in contanti, in un ultima circostanza. Per promuovere il superamento di un concorso in Sanitaservice, o in alternativa ad Arpal. Anche in questo caso, denaro che per gli investigatori sarebbe stato «effettivamente consegnato».
In tutti i casi vi sarebbero state tranche e dilazioni. Sempre, nelle circostanze descritte, il pagamento sarebbe avvenuto cash. Chiuso il cerchio, dunque, secondo la Procura di Lecce, ci sono ora venti giorni di tempo per gli indagati per presentare memorie o per chiedere di essere ascoltati. Da un punto di vista cautelare (per chi è stato destinatario di misure restrittive) la situazione è rimasta immutata, i ricorsi al Riesame sono stati tutti rigettati.