I dubbi sotto l'ombrellone «Ma cosa fanno di male?»

I dubbi sotto l'ombrellone «Ma cosa fanno di male?»
di Rita DE BERNART
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Martedì 31 Luglio 2018, 13:14 - Ultimo aggiornamento: 13:15
Il provvedimento del ministro Salvini contro gli ambulanti in spiaggia fa parlare, indignare e discutere. Lo scetticismo ed una forma di pacata rassegnazione ci sono ma tra i «mi dispiace ma...», «sono comunque dei venditori ambulanti non in regola» e «non danno fastidio però...», l'opinione della gente comune tende alla comprensione. «Perché, a chi danno fastidio questi poveri ragazzi?», dice la signora Daniela Esposito di Macerata. «Ma sono abusivi e non rispettano le regole», incalza il marito. Contro il provvedimento Anna Scarano di Torino, da anni in vacanza nel Salento a Gallipoli. «Indubbiamente dice la signora- l'esagerazione o l'insistenza danno fastidio, ora che sono in tanti è più difficile avere un controllo e capita che nel corso di una mattina in spiaggia ne passino a decine. Ma fondamentalmente non danno fastidio a nessuno. Sono dei giovani, quasi sempre educati, che cercano di guadagnare in qualche modo un pezzo di pane e spesso non riescono a vendere nulla. Le istituzioni dovrebbero pensare ad altri problemi, dovrebbero capire in che modo fornirgli aiuto; dovrebbero preoccuparsi di migliorare le infrastrutture qui al Sud, di mettere delle regole per la pulizia, di spronare le amministrazioni a fare il proprio dovere. Pensino alle spiagge sporche, ad esempio, alle strade distrutte, qui a Gallipoli da mesi c'è una litoranea in condizioni di scarsa sicurezza che impedisce la fruibilità delle spiagge».
Difficile per molti vedere questi giovani come dei nemici; difficile soprattutto per chi come loro ha lasciato la propria casa per cercare un futuro migliore. È il caso di Alessandro Reale, di Pompei, trasferitosi in Germania. «Sicuramente non è giusto che vadano in giro a vendere abusivamente, le regole dovrebbero essere rispettate da tutti, da noi italiani e dagli stranieri. Ma non hanno altro, e pur sapendo di sbagliare noi siamo i primi ad acquistare da loro perché ci dispiace e prevale il buon cuore di aiutare in qualche modo chi sta peggio di noi. L'Italia è un paese che offre pochissimo già a noi cittadini regolari. Io sono dovuto andare via per trovare un po' di sicurezza. Qui non ci sono aiuti, agevolazioni, certezze per chi vuole farsi una casa e una famiglia. E pensiamo a combattere i più deboli».
A prevalere sembra essere il buon senso nei confronti di chi si fa chilometri sotto il sole cocente sperando di vendere una collanina o un telo mare. Indignata e arrabbiata per il provvedimento Annamaria Tundo di Zollino. «Prima li accogliamo e poi gli rendiamo la vita impossibile. Si tratta di ragazzi che non hanno nulla e che in questo modo provano a racimolare qualcosa; in un modo o nell'altro lavorano, si fanno chilometri sotto il sole a volte senza vendere nulla proprio perché si è creato questo scetticismo. Invece di combattere contro questi poveri giovani disperati Salvini e i governi dovrebbero occuparsi della sicurezza, della delinquenza, delle difficoltà quotidiane del Paese. Qui in spiaggia un problema serio è la sporcizia in abbondanza ad esempio, i bambini scavano per giocare con la sabbia e trovano decine di cicche di sigarette e altri rifiuti pericolosi. Punissero anche chi trasgredisce le regole della civile convivenza, chi sporca, chi non attua i controlli non solo chi cerca di guadagnarsi un boccone». L'idea comune insomma pare più che altro quella di riuscire a trovare delle alternative o regolarizzarli piuttosto che demonizzare e punire.
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