Folla ai funerali di Daniele De Santis, il vescovo: «Il killer, un vigliacco. Trovi coraggio e si consegni». L'appello del sindaco

Folla ai funerali di Daniele De Santis, il vescovo: «Il killer, un vigliacco. Trovi coraggio e si consegni». L'appello del sindaco
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Sabato 26 Settembre 2020, 12:18 - Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 09:17

«Con la vita non si gioca come con il pallone» tuona il vescovo Michele Seccia dal pulpito del Duomo, a Lecce, davanti a una folla di giovani arbitri, davanti agli amici e alla famiglia di Daniele De Santis, 33 anni, arbitro della Lega Pro, barbaramente assassinato lunedì notte nella casa che, da poche ore, divideva con la sua fidanzata, Eleonora Manta, colpita a morte da 35 coltellate.

Il killer è ancora in fuga, mentre gli investigatori passano al setaccio le telecamere della zona vicino alla stazione e a via Montello, dove si trova l'abitazione della coppia, mentre cercano di schiarire il video che riprende - questa l'ipotesi - l'omicida mentre si allontana dalla scena del crimine, con il volto coperto dal capuccio della felpa, uno zaino e i guanti, nonostante la serata di lunedì fosse calda e umida. 
 

 

A lui, al killer, il messaggio più duro di Seccia: «La vigliaccheria di chi non si manifesta si spenga. A noi rimane il dovere della preghiera e della speranza, non siamo i padroni della vita». Ancora. «Nel cuore di ciascun uomo c'è lo spirito di Caino e c'è quello di Abele: dobbiamo dominare il primo. Chiediamo a Dio ravvedimento e coraggio per chi ha commesso questo atroce delitto, ché si consegni, si costituisca. Solo Dio può toccare il cuore di pietra di chi ha compiuto un simile gesto».

All'appello del vescovo Seccia, si è unito poi quello del sindaco del capoluogo salentino, Carlo Salvemini, che questa mattina ha partecipato alle esequie di De Santis.
 

«Mi associo alle parole del nostro vescovo monsignor Michele Seccia, rivolte a chi si è macchiato di questa violenza efferata. Si consegni alle forze dell’ordine - ha scritto il primo cittadino -, risparmiando alle famiglie e ai tanti amici di Daniele ed Eleonora almeno la sofferenza dell’incertezza sullo svolgimento dei fatti».


 

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