Emergenza lavoro: boom della cassa integrazione

Emergenza lavoro: boom della cassa integrazione
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Lunedì 4 Gennaio 2016, 12:21 - Ultimo aggiornamento: 12:22
Sfida alla crisi: i primi segnali di ripresa non bastano a fermare l'aumento della cassa integrazione straordinaria. Cifre esponenziali quelle riferite al mese di novembre: i dati arrivano dall'ufficio Politiche del lavoro della Uil sulla base dei numeri dell'Inps.

La cassa integrazione è cresciuta del 164,7 per cento rispetto a ottobre. In particolare, è da segnalare l'aumento della cassa straordinaria pari all’810 per cento. E’ diminuita quella ordinaria (-8,4 percento), salita invece quella in deroga (105 percento).

Si tratta di uno scenario diverso rispetto a quello di ottobre, in cui la cassa straordinaria era diminuita dell’83,8 per cento su settembre e l’ordinaria in aumento del 37,5 per cento. La Uil spiega l'inversione di tendenza con il fatto che la cassa integrazione straordinaria, con i decreti approvati a fine settembre, è stata autorizzata fino a un massimo di due anni (prima erano tre in cinque anni), ma con l’azzeramento del conteggio rispetto al periodo precedente.

"L’aumento sostanziale delle ore autorizzate in provincia di Lecce - spiega il segretario provinciale della Uil, Salvatore Giannetto - non può non preoccupare in quanto, per le caratteristiche di questo strumento di protezione sociale, sembra mantenersi alto il numero di imprese che sono costrette a dolorosi processi di ristrutturazione. In sostanza il sistema produttivo sembra un puzzle in cui convivono settori in leggera ripresa con altri in cui la crisi è ancora profonda”.

Il sindacalista rimarca anche l’assenza di risposte da parte delle istituzioni alle maggiori vertenze che riguardano il territorio salentino: “Solo per fare un esempio, alcune vertenze del settore industria rischiano di finire su un binario morto, dalla Bat all’Omfesa, per l’assenza di una politica industriale che rimetta in campo investimenti e riqualificazione delle maestranze, al fine di una loro ricollocazione e di nuova occupazione giovanile. Pertanto la sfida che ci attende in questo nuovo anno non sarà solo quella di assicurare gli stipendi ed evitarne il fallimento, perché è necessario un rilancio che passi attraverso la regionalizzazione ed un vero piano industriale”.