Indotto, a casa 2600 lavoratori ma la “cassa” non è ancora partita

Una delle proteste dei lavoratori dell'indotto
Una delle proteste dei lavoratori dell'indotto
di Domenico PALMIOTTI
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Domenica 10 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 09:25

Sono circa 2.600 i lavoratori dell’indotto di Acciaierie d’Italia che le imprese hanno messo in cassa integrazione da fine gennaio, ma al momento nessun trattamento di cassa è stato autorizzato dall’Inps.

L'allarme

La verifica fatta nelle scorse ore dai sindacati con i consulenti del lavoro delle imprese ha dato esito negativo. Adesso non è esclusa una qualche forma di sollecitazione-pressione degli stessi sindacati verso l’Istituto di previdenza. Febbraio, infatti, dovrebbe essere coperto dalla cassa integrazione, ma c’è ancora un pregresso di gennaio - mese in cui molte aziende hanno erogato un acconto - e anche di tredicesime da recuperare. I sindacati vogliono capire con l’Inps se ci sono ritardi burocratici, oppure la domanda di cassa è stata eventualmente respinta. 


«La cassa integrazione - spiegano a Quotidiano fonti sindacali - è uno strumento che si attiva quando la sospensione dell’attività produttiva non dipende dall’azienda. Nel caso specifico, le imprese hanno fermato le attività nonostante avessero attività in corso con la vecchia gestione di Acciaierie. È vero che l’indotto si e bloccato perché, non essendo stato pagato da Acciaierie ed avendo accumulato crediti per molti milioni, non aveva più la forza economica di andare avanti, ma la cassa integrazione non funziona secondo la logica ‘non mi pagano e quindi io apro la cassa’. Invece qui si pensa di aver in qualche modo risolto avendo fatto domanda di cassa. Peraltro, adesso che è subentrata l’amministrazione straordinaria, i contratti vanno rinnovati, quelli che c’erano non sono più validi, e ci risulta che le aziende le stanno chiamando per rientrare in fabbrica e dare loro delle attività. Le imprese, però, non stanno rientrando poiché antepongono il recupero dei crediti maturati».
«Abbiamo tenuto ieri mattina un incontro - spiega a Quotidiano Fabio Greco, presidente di Aigi, l’associazione dell’indotto - e c’è stata molta tensione.

Sono venuti anche i lavoratori, oltre agli imprenditori. Sta arrivando giorno 16, si devono pagare tasse e oneri vari, e le aziende non hanno i soldi. Sta prendendo piede la volontà di bloccare lo stabilimento siderurgico. Come Aigi non assumeremo iniziative, poi se domani ci sono imprenditori che decidono di inasprire i toni, è un altro problema».


«Nella riunione di venerdì sera alla Camera di Commercio - afferma a Quotidiano Mimmo Amatomaggi della Uilm -, il vice presidente di Aigi, Convertino, ha annunciato che molto probabilmente domani avrebbero messo in campo qualche altra manifestazione. Gli ho risposto dicendo: ma scusate, se andiamo avanti così, con chi manifestate? Con i lavoratori che non pagate? Gli imprenditori hanno detto agli operai venite a presidiare, vi diamo i soldi, e a tutt’oggi devono ancora pagare stipendi arretrati e tredicesime. Ma di che cosa parliamo?». Venerdì sera, a margine del tavolo istituzionale convocato dal ministro Adolfo Urso nella Prefettura di Genova, il presidente di Aigi - come riferito ieri - ha tentato un aggancio con i commissari, ma secondo la stessa Aigi non è arrivata alcuna risposta sui crediti, anche se all’associazione continuano ad arrivare le assicurazioni di Sace che si sta lavorando per trovare una via d’uscita per l’indotto. Anche perché più le imprese mantengono l’inattività, che ormai va avanti da gennaio, più complicato diviene il recupero dell’ex Ilva ad una condizione quantomeno dignitosa. 
Ieri, nella visita a Novi Ligure insieme ai commissari, Urso ha detto: «Dobbiamo subito mettere in salvaguardia gli impianti, realizzare la manutenzione necessaria, anche ai fini della sicurezza del lavoro e dell’ambiente, e aumentare la produzione. E creare le condizioni migliori perché a breve, si pensa già prima dell’inizio dell’estate 2025, si possa realizzare una procedura pubblica in cui i soggetti internazionali, le grandi holding della siderurgia, possono presentare in maniera compiuta i progetti che già alcuni ci hanno avanzato».
Infine, a breve potrebbero esserci novità nella squadra di AdI in as. Si ipotizza la nomina di un direttore generale e il rientro, da consulenti, di due importanti ex dirigenti a cui verrebbero assegnati progetti specifici, indipendentemente dalla gestione corrente.

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