Lavoro, nuova cassa. Dalla Bosch alla Natuzzi 2mila posti a rischio

Lavoro, nuova cassa. Dalla Bosch alla Natuzzi 2mila posti a rischio
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Lunedì 31 Luglio 2023, 07:40

Diciotto tavoli di crisi dichiarati nella sola provincia di Bari con 2.228 lavoratori coinvolti non possono far dormire sonni tranquilli a nessuno, a cominciare dai dipendenti coinvolti, ma anche a sindacati e in teoria alle istituzioni. La fotografia di mezza estate mostra sul fronte lavorativo una situazione nel complesso preoccupante anche se non allarmante: 43mila disoccupati sono oggettivamente un dato preoccupante, nonostante le ostentate assunzioni nel settore dell’Ict che poi in realtà si contano col contagocce. 

Natuzzi e Bosch


Continua invece a proliferare il lavoro povero, il lavoro precario, in ogni settore, come il caso dei 20 lavoratori del Centro di Permanenza per i rimpatri barese, gestiti da una cooperativa siciliana, che stanno percependo solo acconti sugli stipendi dovuti. Ma iniziamo dal lavoro contrattualizzato. Dal colosso del mobile imbottito che da 20 anni fa ricorso agli ammortizzatori sociali. Alla Natuzzi gli esuberi sono 414 e l’azienda sta utilizzando un mix fra contratto di solidarietà, e cassa integrazione straordinaria, ma ciò che più preoccupa gli osservatori è la flessione del settore del legno. 
Nelle ultime ore i sindacati hanno sottoscritto la cassa integrazione ordinaria per una decina di aziende della zona altamurana. Passando ai colossi del settore metalmeccanico, alla Bosch proprio in queste settimane è stato prorogato di un anno il contratto di solidarietà e la cigs per governare i 700 esuberi. 

I sindacati


«La gestione degli esuberi sta dando risultati – afferma Giuseppe Boccuzzi, segretario generale Cisl Bari - alcuni lavoratori stanno accettando il buon incentivo all’esodo che l’azienda ha messo sul tavolo, molti stanno accettando la mobilità intra-gruppo o extra-gruppo. Quindi un altro anno in solidarietà ma ovviamente in attesa che il piano industriale possa trovare il suo giusto indirizzo, perché il problema dei problemi sulla Bosch è capire su quale prodotto puntare secondo le tendenze di mercato, dal green all’elettrico. Quest’anno di solidarietà permetterà di andare avanti senza troppi grattacapo per i lavoratori». 
La Marelli segna 87 esuberi nel 2023 che arriveranno a 162 nel prossimo anno, anche qui ampio utilizzo degli ammortizzatori sociali, 600 su 1000 sono in contratto di solidarietà e soprattutto il disimpegno di Stellantis ad aprile scorso non fa ben sperare per il futuro. Rimanendo nel settore dell’automotive, Italian Leather che produce soprattutto pelli per sedili di auto e risente della crisi del settore, gestirà i suoi 70 esuberi con un altro anno di solidarietà. 
Al momento non esiste una trattativa definita per il subentro di nuovi investitori.

Una parte di produzione comunque continua. Poi c’è il caso dell’ex Om Carrelli, cioè Selektica, che ha dell’incredibile. 


«Abbiamo provato sino all’ultimo momento in sede di task force a capire se poteva essere rilanciato anche il ramo del vetro, non c’è stata nessuna possibilità, nonostante la disponibilità dell’azienda, nonostante la triangolazione con O.I. dove si sarebbe creato un efficace e efficiente circuito di economia circolare. La Regione e Ager – sottolinea Boccuzzi - non hanno voluto dare assolutamente nessun tipo impegno di natura istituzionale. Restando nel ramo della plastica l’investimento va avanti a piccoli passi e siamo fermi ai 12 dipendenti part time e il programma, definito in un accordo sindacale, prevede che le assunzioni verranno fatte mano a mano che l’azienda acquisirà quote di mercato. Siamo in una variabile di mercato indeterminata grande come una casa. Per gli ex Om più che di riconversione dovremmo parlare di leggenda metropolitana».


Sprofondate nel dimenticatoio le vertenze di Baritech con i suoi 106 dipendenti in Naspi a cui non è servito né il programma Gol, né il passaggio da Porta Futuro per un incontro fra domanda e offerta che finora non ha portato a nulla. Buio pesto anche per la quarantina di dipendenti del Palace hotel. «Non è stato possibile splittare il personale né sugli altri pochi hotel baresi, né tanto meno sui b&b. Ci auguriamo – conclude Boccuzzi che il Palace non si trasformi un Apartohotel dove il personale si riduce a un paio di guardiani, azzerando l’occupazione». Infine nel terziario sono stati fatti contratti di espansione alla Feltrinelli e alla Metro. 

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