Covid, il presidente dei medici De Giorgi: «Bimbi più esposti, vacciniamoli»

Covid, il presidente dei medici De Giorgi: «Bimbi più esposti, vacciniamoli»
di Rita DE BERNART
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Domenica 19 Dicembre 2021, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18:57

Dalla pandemia non usciremo a breve termine. La speranza c’è, sì, ma dall’analisi dei dati attuali non arrivano certezze e nel medio periodo avremo ancora a che fare con questo virus che ha dimostrato essere imprevedibile. Occorre conviverci dunque limitando però al massimo le possibilità di diffusione del contagio. Anche da vaccinati. Il vero rischio oggi – secondo Donato De Giorgi, presidente dell’ordine dei medici di Lecce – è proprio quello di abbassare la guardia e allentare le misure di precauzione e di sicurezza individuale, con la convinzione, sbagliata, che aver fatto il vaccino sia sufficiente a tenere lontani dall’esposizione al virus. «La campagna vaccinale è l’unica arma – dice De Giorgi - ed è necessario che tutti  completino il ciclo anche, e soprattutto, i bambini e tutto il personale scolastico e sanitario». 

Dottor De Giorgi, qual è il rischio maggiore che si corre oggi in Puglia?
«È essenziale continuare a tenere alta l’attenzione perché in questa fase di criticità è facile ricadere negli stessi drammi vissuti nel recente passato. In questo momento sono tante le variabili che contribuiscono al diffondersi del virus.

Paradossalmente è forse peggio che nell’inverno passato in cui tutti sentivano la necessità di proteggersi, oggi invece sia tra vaccinati che non vaccinati c’è una sorta di abbassamento della guardia. C’è voglia di vivere serenamente ma occorre comprendere che non bisogna in nessun modo abbandonare tutte le misure di sicurezza individuale come la mascherina, il distanziamento e l’igiene costante delle mani». 


Cosa pensa delle ordinanze dei sindaci per imporre l’uso delle mascherine all’aperto? «Si tratta di un eccesso di precauzione giustificato proprio dalla consapevolezza che comportamenti leggeri possano facilitare il diffondersi del virus. Soprattutto perché siamo un popolo che viaggia molto e una regione a sua volta molto frequentata da turisti anche stranieri e questo comporta molte più occasioni di essere aggrediti da possibili situazioni infettive sia tra vaccinati che non. E in provincia di Lecce ad esempio c’è almeno il 20% della popolazione che non è vaccinata in maniera corretta e completa».

Cosa sta accadendo con la Omicron, il vaccino è meno efficace contro questa variante?
«Le varianti del virus sono imprevedibili se c’è una cosa che in questa pandemia abbiamo imparato è che non abbiamo nessuna certezza. Pare che sia meno aggressiva ma allo stesso tempo più trasmissibile, in verità ci sono più varianti e altre ne potrebbero arrivare, non sappiamo quale potrebbe prendere il sopravvento. Dal punto di vista della protezione dunque è essenziale la vaccinazione. Chi non lo fa mette a rischio se stesso ma anche gli altri, la salute è un diritto ma è anche un dovere che ognuno ha nei confronti delle altre persone».


Anche quest’anno sarebbero necessarie delle limitazioni per i giorni festivi
«Sarebbe sicuramente preferibile che ognuno di noi avesse un certo rigore e la dovuta attenzione alle situazioni di promiscuità tipiche dei giorni festivi, sono proprio queste le circostanze in cui il virus circola di più. La gioia della festa non deve farci dimenticare il rischio e l’incidenza che questi comportamenti possono avere sui prossimi mesi». 

Si prevede una curva in salita e un’escalation di contagi?
«Certamente da gennaio a marzo ci sarà un incremento considerevole di casi, la differenza sarà che per la maggior parte saranno meno gravi dello scorso anno grazie proprio ai vaccini ma i numeri saranno alti”. 

A proposito di vaccini, perché è importante somministrarli ai bambini?
«Intanto perché è molto più alto il rischio di esporsi al virus con le sue conseguenze che quello legato al vaccino in sé. Inoltre ai bambini si somministrano tanti vaccini, anche di nuova generazione, e non vedo il perché dello scetticismo nel farne uno contro una malattia così subdola. Vanno considerati poi due aspetti importanti. Nella provincia leccese circa un quarto dei contagiati è un minore di 16 anni, questo perché proprio queste fasce d’età sono quelle che hanno comportamenti più a rischio, i più piccoli perché in modo del tutto naturale sono portati alla promiscuità, gli adolescenti per altre ragioni legate all’età. Sono quindi un focolaio di diffusione del virus dirompente. Inoltre nei più giovani sono state osservate situazioni di long covid piuttosto severe. Perché esporre i ragazzini al rischio di conseguenze che potrebbero perdurare ed essere invalidanti anche a vita?».

Dal 15 dicembre è obbligatoria la terza dose per alcune categorie, tra cui i sanitari. Come vi state orientando?
«Al netto di casi assoluti e documentati di non vaccinabilità per i quali il medico che la certifica si prende una responsabilità, tutti gli altri per legge devono completare la vaccinazione . Per chi non lo fa dunque a breve arriveranno le sospensioni. Per quanto riguarda l’albo ad esempio ora non si accettano iscrizioni di giovani medici neo laureati che non abbiano completato il ciclo di vaccinazione».
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