Saranno necessari ancora tre mesi per conoscere l’identità del corpo in avanzato stato di decomposizione rinvenuto il 15 marzo in un’abitazione di via San Leonardo, a Corigliano d’Otranto. Corpo che, per gli investigatori, è quello dell’83enne Antonio Caracciolo, anche se il figlio dell’uomo, Luigi Roberto Caracciolo, sotto indagine per omicidio volontario e occultamento di cadavere, continua a sostenere che il padre si trovi in Svizzera da alcuni parenti.
Prelievi e comparazioni di Dna
Ieri mattina, nella camera mortuaria del cimitero di Lecce, sono iniziate le operazioni peritali che consentiranno di conoscere con certezza se il corpo ancora senza nome è quello di Caracciolo: grazie a un prelievo osseo, sarà effettuata una comparazione con il dna dei parenti ancora in vita.
La scoperta dei carabinieri
Gli agenti della polizia locale avevano segnalato alla Procura che dell’anziano che abitava in quella casa non si avevano più notizie da mesi. Da quell’informativa era partita la decisione di intervenire con un’ispezione - eseguita dai carabinieri della compagnia di Maglie e della stazione di Corigliano insieme al medico legale e ai colleghi del Nucleo investigativo - che aveva portato al ritrovamento del corpo. Secondo i primi accertamenti, il cadavere si trovava lì da almeno un anno. Con ogni probabilità la morte era sopravvenuta per cause naturali. Il figlio, dal canto suo, ha affermato e continua a sostenere che quello non è il corpo del padre (nonostante si trovasse proprio nell’abitazione in uso all’anziano): a chi gli chiedeva notizie del genitore, rispondeva che l’anziano si trovava in Svizzera. Ed è ciò che continua a sostenere ancora oggi. Il sospetto degli investigatori è che l’uomo possa aver nascosto il corpo per continuare a riscuotere la pensione. Se le cose fossero andate veramente così, per il 55enne l’accusa sarebbe non solo di occultamento di cadavere, ma anche di truffa ai danni dello Stato.
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