Morto in casa da mesi: cominciate le perizie per risalire all’identità

Morto in casa da mesi: cominciate le perizie per risalire all’identità
di Pierangelo TEMPESTA
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Venerdì 26 Maggio 2023, 22:00 - Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 18:42

Saranno necessari ancora tre mesi per conoscere l’identità del corpo in avanzato stato di decomposizione rinvenuto il 15 marzo in un’abitazione di via San Leonardo, a Corigliano d’Otranto. Corpo che, per gli investigatori, è quello dell’83enne Antonio Caracciolo, anche se il figlio dell’uomo, Luigi Roberto Caracciolo, sotto indagine per omicidio volontario e occultamento di cadavere, continua a sostenere che il padre si trovi in Svizzera da alcuni parenti. 

Prelievi e comparazioni di Dna


Ieri mattina, nella camera mortuaria del cimitero di Lecce, sono iniziate le operazioni peritali che consentiranno di conoscere con certezza se il corpo ancora senza nome è quello di Caracciolo: grazie a un prelievo osseo, sarà effettuata una comparazione con il dna dei parenti ancora in vita.

La Procura ha nominato come consulente l’esperta genetista Giacoma Mongelli, presente ieri insieme al medico legale Alberto Tortorella, all’avvocato dell’indagato Fabrizio Ruggeri e al consulente di parte della difesa, il dottor Tommaso Suppa. Il termine per il deposito della perizia è stato fissato in 90 giorni: tempi più che ragionevoli, per un esame che si prevede complesso e delicato. Solo dopo i risultati della comparazione del dna, e naturalmente solo se il cadavere dovesse risultare essere quello dell’84enne come si sospetta, potrà essere autorizzata la celebrazione dei funerali e, finalmente, si potrà dare una degna sepoltura a quel corpo che giace ormai da due mesi e mezzo nella camera mortuaria. Quello della comparazione del dna, però, non è l’unico accertamento finalizzato a fare luce sulla vicenda: il pm titolare delle indagini, il sostituto procuratore Luigi Mastroniani, ha disposto anche l’esame dei dispositivi informatici di padre e figlio, conferendo l’incarico di analizzarli all’ingegnere Tania De Benedittis. Le operazioni inizieranno il 9 giugno. Al momento del ritrovamento, il cadavere era avvolto da una coperta, adagiato su una brandina e circondato da ventilatori accesi.

La scoperta dei carabinieri


Gli agenti della polizia locale avevano segnalato alla Procura che dell’anziano che abitava in quella casa non si avevano più notizie da mesi. Da quell’informativa era partita la decisione di intervenire con un’ispezione - eseguita dai carabinieri della compagnia di Maglie e della stazione di Corigliano insieme al medico legale e ai colleghi del Nucleo investigativo - che aveva portato al ritrovamento del corpo. Secondo i primi accertamenti, il cadavere si trovava lì da almeno un anno. Con ogni probabilità la morte era sopravvenuta per cause naturali. Il figlio, dal canto suo, ha affermato e continua a sostenere che quello non è il corpo del padre (nonostante si trovasse proprio nell’abitazione in uso all’anziano): a chi gli chiedeva notizie del genitore, rispondeva che l’anziano si trovava in Svizzera. Ed è ciò che continua a sostenere ancora oggi. Il sospetto degli investigatori è che l’uomo possa aver nascosto il corpo per continuare a riscuotere la pensione. Se le cose fossero andate veramente così, per il 55enne l’accusa sarebbe non solo di occultamento di cadavere, ma anche di truffa ai danni dello Stato.

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