Omicidio del carabiniere, rinviato a giudizio il presunto assassino

Omicidio del carabiniere, rinviato a giudizio il presunto assassino
di Roberta GRASSI
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Mercoledì 13 Luglio 2022, 18:43 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 21:55

Dovrà affrontare il processo dinanzi alla Corte d'Assise di Lecce, Michele Aportone, l'uomo di 71 anni accusato di aver ucciso Silvano Nestola, ex carabiniere 45enne a Copertino. I fatti risalgono al 3 maggio 2021. Il rinvio a giudizio è stato deciso dal gup Marcello Rizzo. L'avvocato di Aportone, Francesca Conte, aveva chiesto che il giudizio fosse celebrato con rito abbreviato, pur sapendo che al momento tale ipotesi è negata a chi rischia l'ergastolo. Si tratta di una scelta tecnica, effettuata considerando possibili cambiamenti nello scenario normativo o nella contestazione. Il processo, quindi, inizierà il 18 ottobre. Al termine dell'udienza preliminare, nel corso della quale si sono costituiti parte civile i parenti della vittima, è stata anche presentata istanza di attenuazione della misura cautelare a cui è sottoposto Aportone, che si trova in carcere.

Le accuse 

L’accusa è quella dell’inchiesta condotta dai pubblici ministeri Paola Guglielmi ed Alberto Santacatterina con i carabinieri del Nucleo investigativo sull’omicidio del maresciallo in congedo dei carabinieri Silvano Nestola, ammazzato a 46 anni con quattro colpi di fucile da caccia la sera del 3 maggio, attorno alle 21.50, nella sua Copertino, sotto gli occhi del figlio di 11 anni.

Se inizialmente sul registro degli indagati compariva anche il nome della moglie di  Aportone, Rossella Manieri, 62 anni, originaria di Copertino, è stata chiesta l’archiviazione al momento di tirare le somme per stabilire come ed a carico di chi sia sostenibile l’accusa in giudizio. Peraltro la Manieri, a differenza del marito, non era stata mai colpita da misure sulla libertà personale ma indagata con l’accusa di concorso nell’omicidio poiché indicata come l’ispiratrice per la più volte dimostrata avversità alla relazione instaurata dalla figlia - una professionista di 36 anni - con l’ex militare dell’Arma. Per Aportone è stata ritenuta invece attendibile la ricostruzione degli spostamenti della sera dell’omicidio: attraverso gli impianti di videosorveglianza fu ripreso dal suo campeggio di Boncore (frazione di Nardò) mentre raggiunse Leverano alla guida del suo furgone e da qui - questa l’accusa - Copertino per fare ritorno.

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