Presta soldi e chiede la restituzione della somma: bracciante ucciso. Un arresto

Arrestato il presunto assassino del bracciante agricolo, ucciso nel marzo dell'anno scorso a Zapponeta, nel Foggiano
Arrestato il presunto assassino del bracciante agricolo, ucciso nel marzo dell'anno scorso a Zapponeta, nel Foggiano
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Venerdì 26 Maggio 2023, 10:46 - Ultimo aggiornamento: 21:37

La richiesta costante della restituzione di un prestito di 60mila euro  a quello che poi lo avrebbe ucciso. È stato arrestato il presunto assassino di Giuseppe Ciociola, il bracciante agricolo allora 59enne, ucciso con un colpo di pistola a marzo del 2022 nelle campagne di Zapponeta, in provincia di Foggia.

Il presunto assassino

Si tratterebbe di Giuseppe Rendina, 45 anni di Trinitapoli, nella Bat, raggiunto questa mattina dall'ordinanza di custodia cautelare in carcere e arrestato dai Carabinieri della Compagnia di Manfredonia nel carcere di Foggia con le accuse sono di omicidio e porto illegale d'arma da sparo.

Rendina era già in carcere in attesa di giudizio di un altro procedimento, in quanto è accusato del duplice omicidio di Gerardo e Pasquale Davide Cirillo, padre e figlio di 58 e 27 anni, assassinati il 31 luglio scorso nei campi tra Cerignola e Manfredonia.

Come andarono i fatti

Il corpo del bracciante agricolo venne trovato la mattina del 12 marzo dello scorso anno. Secondo le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Foggia, il 59enne sarebbe stato ucciso in un casolare, nelle vicinanze di un terreno, nell'agro tra Zapponeta e Manfredonia. Ad ucciderlo un colpo di pistola alla nuca, proprio nel momento in cui Giuseppe Ciociola era impegnato con il lavoro. Il presunto omicida ne avrebbe poi coperto il corpo con dei teli. Un delitto che in quei mesi aveva scosso la comunità per l'estrema efferatezza. 

Le indagini 

Dalle indagini degli investigatori dell'Arma e della Finanza è emerso che nel 2021, la vittima avrebbe ricevuto dei contributi pubblici, destinati alle aziende in difficoltà, a seguito delle chiusure legate alle pandemia da Covid-19, ma anche di altre somme derivanti da agevolazioni fiscali, per un totale di 500mila euro. Nei mesi successivi Ciociola avrebbe prestato a Rendina, una somma di 60mila euro da impiegare per l'apertura di un'attività di ristorazione. Passati i mesi, però, la vittima non vedeva ancora rinsaldato il debito con il suo presunto aggressore. E proprio le pressanti richieste di restituzione della somma prestata che avrebbero acceso la miccia tra i due, provocando l'omicidio. 

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