Clan Politi, 300mila euro in contanti nascosti in casa in buste sottovuoto: convalidato il sequestro agli indagati nel blitz Scu

Clan Politi, 300mila euro in contanti nascosti in casa in buste sottovuoto: convalidato il sequestro agli indagati nel blitz Scu
di Roberta GRASSI
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Lunedì 22 Maggio 2023, 20:22 - Ultimo aggiornamento: 23 Maggio, 13:13

Contanti imbustati, in parte sottovuoto. Ammonta a 300mila euro all’incirca l’importo sequestrato dai carabinieri del Ros il 15 maggio scorso nel corso del blitz contro la Scu salentina in cui sono stati eseguiti 16 arresti. 

Il sequestro


Il sequestro è stato convalidato dal gip Antonio Gatto. Il denaro era in diversa misura, secondo gli inquirenti, nella disponibilità di tre persone: Pierpaolo Panarese, Sandro Saponaro e Ludovico Tarantino. Sono difesi dagli avvocati Antonio Savoia, Laura Minosi e Cosimo D’Agostino e sono tutti e tre ristretti nel carcere di Lecce. In particolare a casa di Saponaro, sono stati trovati 155mila euro in contanti: 17.925 in vari borselli, borse e portafogli tenuti in un armadio del soggiorno; 137.950 euro nel cellophane in una cassaforte a muro in cucina. 


In casa di Tarantino, invece, gli uomini in divisa, coordinati dal pm della Dda Carmen Ruggiero, hanno rinvenuto 95.100 euro: una busta sottovuoto con 65mila euro e poi involucri sfusi a parte, con all’interno 30.100. Il tutto in una busta rosa. C’erano poi, viene specificato, altre buste vuote e un bigliettino su cui sono riportate alcune cifre. E quindi ancora sei telefonini cellulari, un bilancino elettronico di precisione, un’agenda blu in similpelle del 2017 su cui sono riportati altri appunti ora al vaglio degli investigatori. E ancora 10 schede sim, una macchina per il sottovuoto, 4 grammi di marijuana, e una macchinetta conta banconote. 
A casa di Panarese - è riportato - c’erano 12.200 euro, in una cassaforte che si trova in una «stanza blindata». 
«L’assoluta rilevanza, nonché le modalità di custodia - scrive il gip - e di occultamento delle somme in questione, inducono certamente a ritenere che il denaro sottoposto a sequestro d’urgenza costituisca profitto dei reati ascritti ai tre indagati». 
Secondo il magistrato , «assai significativo, risulta, oltre alla consistenza degli importi, anche il ritrovamento contestualmente al denaro di beni e oggetti altamente indicativi dell’espletamento di attività di traffico illecito di sostanze stupefacenti». 
Non solo: «Le somme rinvenute - aggiunge il giudice - risultano certamente sproporzionate rispetto ai redditi leciti e alle attività economiche svolte dagli indagati e, in ogni caso, le modalità di custodia e occultamento ne palesano l’assoluta assenza di collegamento con qualsiasi attività lecita».

Il sequestro è ritenuto necessario, anche perché secondo il gip qualcuno potrebbe far «perdere ogni traccia» delle somme. Agli avvocati difensori il compito di contestare le ipotesi d’accusa.

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