Fu deportato dai nazisti, si lanciò dal treno in corsa. Nonno Nino ha compiuto cento anni: in guerra rischiò di morire due volte

Fu deportato dai nazisti, si lanciò dal treno in corsa. Nonno Nino ha compiuto cento anni: in guerra rischiò di morire due volte
di Pierangelo TEMPESTA
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Venerdì 23 Giugno 2023, 10:58 - Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 13:10

Alliste festeggia i 100 anni di Pasquale Adamo, da tutti conosciuto come nonno Nino. Un momento di gioia per celebrare non solo il traguardo raggiunto, ma anche la vita di un uomo che, scampato due volte a morte certa durante la seconda guerra mondiale, ha dato tutto se stesso per la famiglia. Dopo l'armistizio dell'8 settembre, racconta la figlia Mariangela, «papà si trovava a Casale Monferrato, dove era stato chiamato in guerra quando aveva ancora vent'anni, quindi per l'epoca ancora minorenne. Da lì fu spostato a Bologna e poi caricato su un treno diretto al nord, destinazione ignota: stava per essere deportato». All'ingresso della stazione di Modena, però, nonno Nino riuscì a lanciarsi dal finestrino insieme ad alcuni compagni e, dopo aver saltato un muro alto più di tre metri, fuggì nelle campagne, non prima di essersi cambiato d'abito per non essere riconosciuto dai tedeschi e dai fascisti, che a bordo delle camionette passavano al setaccio i terreni e sparavano ad altezza uomo.

Tornò a casa a piedi

«Tornò a casa a piedi - racconta ancora la figlia - seguendo la ferrovia adriatica. Per sopravvivere lavorava nei casali e nelle fattorie in cambio di un boccone. Arrivato a Foggia, in una trincea si trovò faccia a faccia con un soldato tedesco della sua stessa età ormai senza vita e con un libro in mano.

Fu un grande trauma per lui: in quel momento giurò a se stesso che mai più avrebbe partecipato ad una guerra». Quando arrivò a Lecce e poi ad Alliste, sempre seguendo la linea ferroviaria, ad accoglierlo c'era la sua famiglia. Per non essere accusato di essere un disertore, però, si vide costretto a dichiararsi disperso. Fu quindi inviato a Napoli e, da lì, a Cassino, dove agli inizi del 44 si svolse la cruenta Battaglia di Montecassino. «Quando vide i suoi compagni cadere a terra ormai senza vita, si finse morto, riuscendo così a salvarsi una seconda volta». Tornato nuovamente a casa, per non essere ancora arruolato, trovò il modo di fingersi malato, tanto da essere definitivamente congedato. Dopo la guerra, nonno Nino sposò Erminia Tridici (scomparsa nel 1978), dalla quale ebbe i figli Arnaldo (prematuramente scomparso nel 2009 per un incidente stradale), Antonio, Mariangela e Fulvio, che gli hanno donato la gioia di 8 nipoti. Ha lavorato sempre come coltivatore diretto, riuscendo a dare un futuro a tutta la famiglia. Alliste ha festeggiato il suo primo secolo di vita con una targa dell'amministrazione del sindaco Renato Rizzo e con una copia del certificato di battesimo donata dai sacerdoti don Dario e don Francesco. Accanto a lui, senza mai lasciargli la mano, la sorella Vita, 92 anni.

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