Grande dolore in Puglia per i funerali dei giovani carabinieri morti. Manfredonia e Montesano in lutto. Meloni: ​si faccia presto chiarezza

Le bare avvolte nel Tricolore. La fidanzata di Ferraro: «La mia vita senza di te non sarà più la stessa». Il padre di Pastore in divisa

I funerali dei due carabinieri a Manfredonia e Montesano
I funerali dei due carabinieri a Manfredonia e Montesano
di Luana PRONTERA
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Martedì 9 Aprile 2024, 10:58 - Ultimo aggiornamento: 17:59

Centinaia di persone, all'esterno della cattedrale di Manfredonia, per l'arrivo del feretro del maresciallo dei carabinieri Francesco Pastore, di 25 anni, morto nel tragico incidente stradale avvenuto nel Salernitano nella notte tra sabato e domenica scorsi in cui ha perso la vita anche l'appuntato dei carabinieri, Francesco Ferraro, di 27 anni, originario di Montesano Salentino (Lecce), città nella quale si sono tenuti funerali del giovane.

"Due giovani carabinieri che amavano la loro divisa, caduti in servizio in maniera inconcepibile. Un dramma su cui spero si faccia presto chiarezza, accertando ogni eventuale responsabilità. Grazie per aver servito l'Italia con onore, che la terra vi sia lieve". Lo afferma in un tweet la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel giorno dei funerali del maresciallo Francesco Pastore e del Carabiniere Francesco Ferraro, morti in un incidente stradale avvenuto nel Salernitano nella notte tra sabato e domenica. 

"Ad accomunarvi non era solo il nome, ma soprattutto la passione per l'Arma dei Carabinieri e la dedizione per il servizio a difesa della collettività. Cari Francesco, le istituzioni si inchinano davanti al vostro esempio". Il cordoglio anche della Difesa e del ministro Guido Crosetto nella giornata dell'ultimo saluto al maresciallo Pastore e del carabiniere Ferraro, morti in un incidente a Salerno. 

Nelle due città pugliesi è stato proclamato per oggi il lutto cittadino. A Manfredonia le esequie sono state celebrate da padre Moscone, arcivescovo della diocesi Manfredonia Vieste San Giovanni Rotondo. La 32enne N.L. che ha investito con il suo suv la vettura sulla quale erano in servizio i carabinieri è indagata per omicidio stradale: è risultata positiva ad alcol e cocaina (ma i risultati del narcotest dovranno essere confermati da un controesame). In passato la donna era stata arrestata per droga. 

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Nuovo Sindacato Carabinieri: «Ci costituiremo parte civile. Sia fatta giustizia per i colleghi»

«Come temevamo, quella che all’inizio è sembrata una tragica fatalità, ha delle responsabilità adesso ben chiare.

La donna alla guida del Suv che ha centrato in pieno i nostri colleghi, uccidendone due, era positiva ad alcol e cocaina oltre ad avere precedenti per spaccio. Siamo pronti con il nostro ufficio legale a costituirci parte civile e a seguire ogni passo del processo affinché i nostri due giovani colleghi abbiano giustizia. Auspichiamo altresì, che siano introdotte pene ancora più severe per chi guida sotto effetto di alcol e stupefacenti con il ritiro definitivo della patente di guida. Chi disprezza la propria vita facendo uso di droghe non ha il diritto di spezzarla per sempre agli altri. Ci stringiamo forte alle famiglie dei due valorosi militari».

Così Massimiliano Zetti, segretario generale del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC).

Montesano

Tutta la comunità di Montesano Salentino si è stretta intorno alla famiglia dell'appuntato scelto Francesco Ferraro durante i funerali di Stato celebrati nella chiesa Maria Santissima Immacolata. L'uscita del feretro dalla camera ardente allestita nella sala consiliare è stata accolta da un lungo applauso. La bara, avvolta nel tricolore, è stata poi portata in spalla dai carabinieri seguiti dai genitori Paola e Antonio, dai suoi fratelli Gigi, Michele e Alessandro, e dalla sua fidanzata Carmela con il loro cagnolino in braccio. Prima dell'arrivo nella chiesa madre del paese in provincia di Lecce, il corteo funebre si è fermato davanti la casa della nonna di Francesco, che ha salutato il nipote scomparso sull'uscio di casa, seduta sulla sua carrozzina. In segno di lutto tutte le attività del paese si sono fermate. Ad accogliere il feretro c'erano centinaia di persone sia all'esterno sia all'interno della chiesa. Qui, su un cuscino di velluto rosso, è stato poggiato il cappello della divisa di Francesco. Tante le autorità civili e militati intervenute, tra cui il comandante dell'arma dei Carabinieri, il generale Teo Luzi, che dopo aver reso gli onori al feretro è partito per Manfredonia dove si celebrano i funerali di Pastore. Tra i vertici dell'arma presenti anche Antonio De Vita, comandante interregionale Carabinieri 'Ogaden'. «Francesco è già nella casa e nel cuore di Dio», ha detto nell'omelia monsignor Vito Angiuli, vescovo della diocesi Ugento Santa Maria di Leuca. «Siamo affranti e increduli e anche per me oggi è difficile raccontare quanto accaduto, dare una risposta a tanti interrogativi», ha aggiungo ricordando il militare salentino scomparso come «l'amico e il fratello che tutti vorremmo: generoso nel suo servizio alla patria, gioviale e volitivo, di un'educazione rara». Infine, l'appello rivolto ai giovani: «Francesco vi esorta ad amare la vita perché è bella e preziosa. Non sciupatela». La fidanzata di Ferraro: «La mia vita senza di te non sarà più la stessa».

 

Manfredonia 

Il feretro del maresciallo dei carabinieri Francesco Pastore è stato accolto dal picchetto d'onore dei carabinieri del comando provinciale di Foggia. E' arrivato anche il comandante generale dell'Arma, Teo Luzi, assieme alle autorità militari, civili e a rappresentanti istituzionali giunti anche dalla provincia di Salerno, dove il militare prestava servizio insieme al collega Francesco Ferraro. 

La morte dei due carabinieri pugliesi «è stata un crimine» perché «fare uso di sostanze stupefacenti significa armarsi», ha detto l'arcivescovo Moscone durante l'omelia. «Stiamo innalzando un inno alla vita - ha aggiunto -, un inno a Dio fatto di musica straziante che rischia la disperazione. Ma resta un inno alla vita sacrificale che ha un destino vero indipendente dalla nostra fede. Stiamo dimostrando di essere una cosa sola. Una sola famiglia». «Cristo - ha detto - si è fermato ad Eboli non è solo un titolo di un romanzo o di un film. Cristo si è davvero fermato ad Eboli sulla strada. Si è fermato nelle loro vite. Cristo si è fermato a Manfredonia e nel Salento. Cristo si è fermato nelle nostre città rimaste attonite, ammutolite per quanto avvenuto. Cristo si è fermato nell'Arma dei carabinieri e nell'animo di tutti loro per questa ennesima perdita e sacrificio di loro persone professioniste e a sevizio della comunità e dello Stato. La fede ci fa dire che Cristo si è fermato in tutti questi luoghi e che la morte non è l'ultima parola ma l'offerta di una vita dignitosa per tutti quanti noi». Nella cattedrale di Manfredonia sono presenti in prima fila i familiari del giovane maresciallo, il papà Matteo, carabiniere in servizio a San Giovanni Rotondo che è in divisa, la mamma Chiara, la sorella Sara, la fidanzata Vilma, le autorità e centinaia di persone tra colleghi, amici e parenti. 

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