Nuova terapia intensiva: oggi l'apertura al Perrino

Nuova terapia intensiva: oggi l'apertura al Perrino
di Maurizio DISTANTE
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Giovedì 23 Aprile 2020, 09:39
La consegna dei lavori del modulo di terapia intensiva costruito all'esterno dell'ospedale Antonio Perrino è slittata di un giorno. La settimana scorsa, infatti, il direttore generale dell'Asl, Giuseppe Pasqualone, aveva annunciato che il nuovo padiglione che costituirà il nucleo attorno al quale si svilupperà l'area del presidio dedicata alla Covid-19 sarebbe stato pronto mercoledì, in contemporanea col termine degli interventi necessari al potenziamento della terapia subintensiva del reparto di Pneumologia dell'ospedale Ostuni e all'inaugurazione della Casa della salute di Cisternino, riservata ai pazienti post-Covid. Proprio la contemporaneità dei tre eventi avrebbe causato il ritardo di alcune ore nella consegna dei lavori brindisini, effettuati come quelli di Ostuni e Cisternino in regime di urgenza.

Intanto, tra le mura dell'ospedale di Brindisi monta la protesta contro il presidente della Regione, Michele Emiliano, e il responsabile della task force regionale per l'emergenza coronavirus, l'epidemiologo Pierluigi Lopalco, per la decisione di sospendere l'esecuzione a tappeto dei tamponi al personale sanitario: secondo molti dei professionisti di ogni ordine e grado impegnati al Perrino, che è un ospedale sia Covid che non-Covid, con un problema di promiscuità dei percorsi di difficile soluzione, la scelta di non tamponare tutti gli operatori rappresenterebbe il rischio di una diffusione incontrollata del virus sia fuori che dentro le mura del presidio.

Per la Terapia intensiva, invece, tutto sarebbe pronto, quindi, ma non al punto da alzare il sipario: questa mattina il reparto aprirà le porte ma non ospiterà al momento alcun paziente, vista la contenuta ospedalizzazione sia della parte Covid che di quella non-Covid del Perrino. I 28 posti previsti nelle 14 stanze del nuovo modulo, infatti, erano stati calibrati in risposta a una possibile ondata massiccia di contagi in provincia di Brindisi, così da poter gestire un numero superiore di pazienti che potessero avere la necessità di un'assistenza intensiva nel decorso della malattia: fortunatamente, finora, in ospedale sono arrivate molte meno persone del previsto e, per questo, già in fase di costruzione, si è immaginata una funzione diversa del padiglione che, come annunciato da Pasqualone, rappresenterà il nucleo dell'ala Covid del Perrino che verrà. Come affermato da quasi tutti gli esperti, infatti, la convivenza col coronavirus potrebbe essere significativamente lunga, fino alla scoperta e alla distribuzione di massa di un vaccino efficace, e per questo motivo si sta già pensando a organizzare questa fase, attrezzando il Perrino di una sorta di spazio Covid, nel quale concentrare le attività collegate al trattamento della malattia.

«Nei pressi della Terapia intensiva che stiamo per aprire conferma Pasqualone saranno concentrate le attività Covid per isolare il più possibile i pazienti ospitati e gli operatori impegnati. Il nuovo reparto era stato pensato per far fronte a un potenziale incremento dei ricoverati che, fortunatamente, non c'è stato: ora, però, il lavoro fatto servirà per la fase nella quale dovremo imparare ad avere a che fare col virus: stiamo elaborando un piano di interventi in urgenza per concentrare il grosso delle attività Covid-dedicate attorno al nuovo padiglione». Nel prossimo futuro, quindi, altri interventi per accordare la struttura alle nuove esigenze riguarderanno il Perrino: nei pressi del nuovo padiglione, quindi, saranno raggruppate quelle unità operative direttamente collegate alla malattia da coronavirus.
Per ora, come detto, il reparto rimarrà vuoto poiché non ci sono esigenze tali da allocare lì i pazienti: in caso di necessità, fanno sapere dall'azienda, alla Terapia intensiva saranno assegnate tutte quelle figure professionali, dai medici agli infermieri, dagli operatori sociosanitari agli ausiliari, di cui un'unità operativa ha bisogno.

I lavoratori del Perrino, però, sono in forte apprensione per le notizie che arrivano da Bari e dalla task force regionale per l'emergenza coronavirus, guidata da Lopalco: la decisione di sospendere lo screening a tappeto dei lavoratori degli ospedali non è stata accolta di buon grado da medici, infermieri e tutte le altre categorie impegnate nel presidio che vedono concretizzarsi il rischio di una diffusione del virus attraverso persone asintomatiche che prestano servizio nella struttura. Finora, sono stati effettuati circa 650 tamponi a operatori del Perrino e in 41 sono risultati positivi: come denunciato dai medici, la strangrande maggioranza di loro era totalmente asintomatico o paucisintomatico al momento della verifica e questo costituirebbe un grave pericolo per l'intera comunità locale, non solo per chi lavora in ospedale. La presenza di percorsi in parte condivisi tra unità Covid e non-Covid, insieme alla mancanza di tamponi se non in casi di sintomi conclamati, ha fatto andare su tutte le furie i lavoratori che sperano in una nuova retromarcia della struttura regionale responsabile della questione per evitare quello che tutti temono: un incremento dei contagiati tra il personale ospedaliero che potrebbe produrre come effetto a valanga una diffusione del virus anche fuori dalla struttura, tra i parenti e famigliari di chi lavora al Perrino.
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