Mammografia: nel Brindisino l'attesa è di otto mesi

Mammografia: nel Brindisino l'attesa è di otto mesi
di Maurizio DISTANTE
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Lunedì 14 Marzo 2016, 13:10
Il record, negativo, spetta alla mammografia. Secondo l'ultima rilevazione effettuata dall'Asl di Brindisi e riportata sul portale istituzionale dell'azienda sanitaria, risalente all'ottobre del 2015, dalla prenotazione dell'esame strumentale alla sua effettiva erogazione passano ben 227 giorni. Quasi 8 mesi. Il calcolo del tempo medio d'attesa che appare nella tabella sul sito è "ex post", cioè il tempo effettivo che si deve aspettare per sottoporsi all'esame prenotato.
In realtà, per completezza d'informazione, il prospetto propone un confronto tra i tempi d'attesa "ex ante", ossia quelli prospettati al momento della prenotazione, e quelli "ex post", come detto, il tempo che effettivamente ci vuole per sottoporsi all'analisi di cui si ha bisogno, in un lasso di tempo che va dall'ottobre del 2013 allo stesso mese del 2015. Prendendo sempre ad esempio la mammografia, maglia nera della classifica, si può notare come da 3 anni a questa parte il numero di giorni di attesa si sia allungato: nell'ottobre 2013, a fronte di un tempo previsto, "ex ante", di 178 giorni bisognava aspettarne effettivamente, "ex post", 184; le cose sono migliorate nell'aprile 2014, altro checkpoint considerato nella redazione della tabella, quando era prevista un'attesa di 103 contro un dato reale di 151; la situazione precipitava nell'ottobre 2014, con un "ex ante" di addirittura 309 giorni e un "ex post" di 251. L'ultimo dato, quello risalente all'ottobre del 2015, riduce leggermente i numeri relativi l'anno precedente ma vede crescere l'attesa considerata su tutto il periodo.

Oltre alle mammografie, ci sono altri esami per i quali le attese superano i 100 giorni: per un'ecografia alle mammelle bisogna aspettare 230 giorni "ex ante" e 218 "ex post"; per un ecocolordoppler dei tronchi sovra aortici le attese vanno dai 156 ai 119 giorni; per un'ecografia capo e collo bisogna attendere dai 180 ai 118 giorni; per un'analisi del fondo oculare, dai 137 ai 115 giorni; per un ecocolordoppler dei vasi periferici, dai 169 ai 114; per una visita oculistica, dai 154 ai 113 giorni. Alcuni degli esami di cui sopra, sarebbe chiaro a tutti, potrebbero essere molto urgenti, considerata anche l'incidenza sul nostro territorio di alcune patologie che necessitano di questi approfondimenti strumentali: la piaga delle liste d'attesa, dunque, almeno fino allo scorso ottobre, a Brindisi, sembra ancora essere molto lontana da una soluzione.
Le recenti novità normative, come ad esempio l'entrata in vigore della legge 161 del 2014, che prevede un riposo obbligatorio di almeno 11 ore per i medici del servizio sanitario nazionale, anche se ancora lontana dalla piena applicazione, potrebbero contribuire a peggiorare la situazione su questo fronte: a parità di personale, i professionisti dietro le macchine diagnostiche non potranno garantire neanche lo stesso numero di prestazioni che effettuano attualmente. Questo stato delle cose sta determinando una sorta di privatizzazione di fatto del settore diagnostico della sanità: una fetta sempre più consistente di popolazione rinuncia a rivolgersi al pubblico per evitare le lunghe liste d'attesa, preferendo affidarsi a liberi professionisti, extra o intra moenia, che garantiscono tempi molto più ridotti per lo stesso tipo di prestazione. Il triste rovescio della medaglia è riservato a quelli che, e sono tanti, non hanno la possibilità economica di sostenere una prestazione erogata privatamente: per molti di questi, cittadini come gli altri, il diritto alla salute viene messo in serio pericolo, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese.
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