Il bimbo ingerì del detersivo e morì. Indagata la mamma

Il bimbo ingerì del detersivo e morì. Indagata la mamma
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Venerdì 23 Settembre 2022, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 09:07

Il bimbo ingerì del detersivo e finì in ospedale, sua mamma si gettò dal balcone al terzo piano di una palazzina a Francavilla Fontana, dopo il gesto inaspettato del figlio. Ed è proprio sua madre, una donna di 41 anni, ad essere al momento l'unica indagata per omicidio colposo in cooperazione dalla Procura di Bari, dove il bimbo purtroppo è deceduto sabato scorso dopo due mesi di ricovero al pediatrico Giovanni XXIII.

Due procure al lavoro

La cooperazione in omicidio colposo lascia presupporre il coinvolgimento di altre persone nel presunto omicidio involontario.
Si occupano del caso, piuttosto intricato, due Procure della Repubblica: quella di Bari e quella di Brindisi.

Le questioni al vaglio della magistratura inquirente si toccano ma sono diverse. Brindisi e le sue forze dell'ordine indagano con certezza su di un caso - sempre presunto - di istigazione al suicidio e stalking, Bari si concentra invece sulla morte del bambino di appena sei anni che in quella tragica mattina del 18 luglio ingerì, per cause da chiarire, un mix di detersivi. Sua madre, ormai separata dal marito, si sarebbe preoccupata a tal punto di quell'ingestione da aver deciso per istinto di gettarsi di sotto. Questa è la versione dei fatti cristallizzata dalle indagini svolte a stretto giro dai carabinieri della compagnia della Città degli Imperiali.

La denuncia dei familiari


Pendono due procedimenti, allora. Uno è nelle mani della Procura di Brindisi, un altro nella titolarità della Procura di Bari, dove i familiari hanno sporto denuncia in Questura nei confronti degli operatori sanitari che per due mesi hanno seguito il bimbo. La questione è e rimane complicata, ma si sa che sono stati sequestrati tre telefoni cellulari - uno della madre, due del padre - per contribuire a ricostruirla. Tra le parti offese risulta il bimbo - sicura vittima delle cose dei grandi - sul cui corpicino l'autopsia sarà eseguita martedì 27 settembre. Sino a quel momento potrebbero spuntare altre persone indagate: i principali sospetti ricadono su coloro i quali l'hanno tenuto in cura, ma al momento è azzardato fare ipotesi di qualsiasi sorta. Anche perché com'è o dovrebbe essere noto, l'avviso di garanzia e quindi la notizia delle indagini è posta a tutela delle persone interessate, affinché possano difendersi anche nominando un consulente tecnico di parte. Si tratta di atti dovuti e non di sentenze nel momento in cui la pubblica accusa ritenga di dover indagare ciascuna delle persone coinvolte nel caso.
Resta il dramma. Un dramma che coinvolge una famiglia ma anche un'intera comunità e per il quale il Comune ha già deciso di indire il lutto cittadino nel giorno dei funerali del piccolo. Senza condanne per alcuno, solo per amore: alla fine di tutto, un bimbo di soli sei anni non dovrebbe mai perdere la vita, qualsiasi siano i motivi del suo decesso. Un minuto di silenzio in consiglio comunale e un lutto cittadino che siano da monito presente e futuro. Intanto, la salma del piccolo resta a disposizione della magistratura. Resta da capire perché sia morto. Le domande restano tante. Per le certezze, perlomeno processuali, ci sono le aule giudiziarie.
E.Zan.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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