Cimitero, i morti non si decompongono: integri dopo la riesumazione. E arriva il via libera del vescovo all’uso di acidi

Il 90% dei corpi riesumati dopo 20 sono integri e quindi non possono andare negli ossari

I morti non si decompongono e arriva il sì del vescovo all’uso di acidi
​I morti non si decompongono e arriva il sì del vescovo all’uso di acidi
di Alfonso SPAGNULO
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Mercoledì 10 Gennaio 2024, 21:09 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 09:52

È sempre più frequente sentir parlare di casi di morti che non si decompongono, vale a dire, defunti che vengono riesumati da 10 a 30 anni dopo la morte e risultano praticamente incorrotti, come se fossero stati sepolti poche settimane prima al cimitero. Tra coloro che stanno affrontando questa problematica le Confraternite di Fasano che perorano la causa dell’inserimento di enzimi all’interno delle bare al momento della sepoltura per permettere una più rapida decomposizione dei corpi.

Il sindaco Francesco Zaccaria aveva assicurato una sua autorizzazione in tal senso solo se si fosse raggiunta l’unanimità.

Qualche tempo fa vi era stato un faccia a faccia tra le stesse Confraternite e le associazioni laiche e società operaie proprio sul tema ma qualcuno sottolineò che si dovesse chiedere anche un parere del vescovo. Quest’ultimo si disse contrario.

Cosa è successo

Ma sempre il vescovo, lo scorso anno, ha dato l’ok per l’uso degli enzimi ma nel frattempo il tavolo tra Confraternite e associazioni laiche non si è più incontrato fino a quando, nelle ultime settimane, il problema non si è ripresentato. Pare infatti che il 90% dei corpi riesumati dopo 20 sono integri e quindi non possono andare negli ossari. Regolamento vuole che quindi devono essere nuovamente sepolti per altri tre anni. Attualmente non esiste una spiegazione scientifica ufficiale, ma solo ipotesi da vagliare nel tempo e con metodo. L’unica cosa certa è che la mancata decomposizione è dovuta ad una quasi totale assenza di batteri necessari al processo di decomposizione. Tra le ipotesi avanzate ci sono l’aumento della concentrazione di azoto (gas liberato dai cadaveri) e metalli pesanti (come quelli usati per la cura dei denti) che frenano la decomposizione, aumento della siccità che priva l’ambiente dell’umidità necessaria per la vita dei batteri o al contrario eccesso di umidità che distrugge i batteri, i nuovi metodi di inumazione e chiusura stagna delle bare

Ora, quindi, Fasano ha deciso di cambiare registro e inserire un cuscino di enzimi all’interno delle bare. «Sembra una soluzione di assoluto adeguamento alla civiltà, nel rispetto della salma che così si demineralizza velocemente – sottolinea il consigliere comunale e provinciale Giuseppe Ventrella che ha anche ruoli all’interno delle Confraternite -. L’amministrazione comunale fungerà da cardine fra le buone pratiche che Confraternite e società operaie vogliono mettere in atto e quindi probabilmente farà una semplice lettera nella quale chiarirà che nulla osta all’uso degli enzimi e che è consigliato il loro utilizzo, fata salva la personale scelta che può essere anche quella della cremazione o che il defunto venga seppellito nella cappella personale privata». 
L’impiego degli enzimi e quindi l’abbassamento della percentuale dei corpi non decomposti servirà alle confraternite a poter liberare loculi anche dopo 10 anni e non dopo 20 come avviene ora.

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