I lavoratori della "Santa Teresa" a Bari
per evitare il dimezzamento del salario

Manifestazione dei lavoratori Santa Teresa alla Regione
Manifestazione dei lavoratori Santa Teresa alla Regione
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Martedì 16 Febbraio 2016, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 23:18
BRINDISI - Missione alla Regione Pugia a Bari per tentare di risolvere la questione dei 120 lavoratori della Santa Teresa, società in house della Provincia di Brindisi.  società che l'ente presieduto da Maurizio Bruno sta tentando di salvare con sforzi al limite dell’impossibile fra risorse ridotte al lumicino e tagli imposti dalla legge Delrio. L’ente locale da solo non può farcela, è quel che pensano i Cobas che questa mattina stanno tornando  a bussare alle porte del consiglio regionale, facendo appello alle promesse del governatore Michele Emiliano.

 L’istituzione di un tavolo di crisi regionale è stata chiesta dal sindacato confederale nel corso di un’audizione nella VI Commissione consiliare, perché si assicuri un futuro lavorativo ad oltre 500 lavoratori pugliesi, premesse le difficoltà finanziaria delle Province e l’impossibilità di ricorrere agli ammortizzatori sociali per questi dipendenti di Società partecipate già in liquidazione. Tra loro figurano i 120 della “Santa Teresa” in contratto di solidarietà al 50% fino al 30 giugno e i 231 di “Isolaverde” di Taranto che da nove mesi sono senza stipendio e che da dicembre 2015 risultano sospesi senza retribuzione. «L’impegno assunto dalla Commissione - afferma Antonio Arcadio, segretario generale di Fisascat Cisl - è stato quello di riconvocare i sindacati dopo l’incontro a Roma di mercoledì prossimo, in sede di Conferenza Stato-Regioni, dove sarà affrontata la scottante problematica delle Società partecipate e il paradosso tutto italiano susseguente al Decreto del ministro Madia di riforma della Pubblica amministrazione contenente l’obbligo per le Province di assicurare i servizi senza però il relativo trasferimento di risorse finanziarie. Come Fisascat Cisl Taranto Brindisi - ha affermato - pensiamo che non si debba perdere altro tempo e puntare decisamente alla tutela dell’occupazione».
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