Nuovo manager per la Santa Teresa: la Provincia nomina l'amministratore della Multiservizi Palasciano

Toni Matarrelli e Giuseppe Marchionna
Toni Matarrelli e Giuseppe Marchionna
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Giovedì 29 Giugno 2023, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 06:45

È Giovanni Palasciano il nuovo amministratore unico di Santa Teresa. A stabilirlo, ieri mattina, è stata l’assemblea dei soci della stessa Santa Teresa, convocata dal presidente della Provincia di Brindisi Toni Matarrelli.

Il vertice per la nomina

Durante la riunione, che si è svolta alla presenza dei revisori dei conti e dell’amministratore uscente Giuseppe Marchionna, non solo è stato nominato il successore dall’attuale sindaco di Brindisi ma sono state anche ratificate le dimissioni presentate da Marchionna non appena questo ha avuto la certezza della sua elezione a primo cittadino del capoluogo messapico. Palasciano, che ha accettato l’incarico, allo stato attuale è anche l’amministratore della società in house del Comune di Brindisi, vale a dire la Multiservizi, ruolo che ricopre dal luglio del 2017. Sei anni fa fu l’allora commissario straordinario del Comune di Brindisi Santi Giuffrè a nominarlo e Palasciano è rimasto al suo posto anche durante tutta l’amministrazione Rossi. Facile immaginare, tuttavia, che a questo punto la nuova amministrazione comunale vorrà provvedere, non è ancora dato di sapere in che tempi, a nominare il nuovo amministratore della Multiservizi.

Chi è il nuovo manager

Palasciano, originario di Bari, è dottore commercialista, revisore ufficiale dei conti e consulente tecnico. Tra gli altri incarichi, è socio e consigliere di amministrazione, nonché responsabile della sede del capoluogo pugliese, della società di revisione ed organizzazione contabile Ria Grant Thornton, nella quale lavora dal 1986. Ma Palasciano è anche amministratore unico della società di consulenza aziendale Fingeco Srl ed ha ricoperto il ruolo di componente del collegio dei revisori dei conti di Bancapulia, Apulia Prontoprestito ed Apulia Service. La prima laurea, in Economia, l’ha ottenuta nel 1978 negli Usa, presso la State university di New York. Poi è passato, nel 1979, al master in Direzione aziendale presso la Bocconi di Milano ed infine alla seconda laurea, in Economia e Commercio, presso l’Università degli studi di Bari. Palasciano, in passato, ha lavorato anche per il Comune di Brindisi, per il quale si è occupato della progettazione del sistema di controllo di gestione. Esperto in valutazioni societarie, si è anche occupato di stesura di business plan, di revisione di bilanci, di trasformazioni e di fusioni.
Durante l’amministrazione Rossi, ma per la verità anche negli ultimi mesi del commissario Giuffrè, non sono mancate le critiche, da parte del centrodestra, rispetto alle modalità con le quali è stata gestita la Brindisi Multiservizi.

Le difficoltà da affrontare

Il nuovo amministratore di Santa Teresa dovrà affrontare una serie di problematiche che, nei giorni scorsi, hanno fatto ventilare la possibilità della messa in liquidazione della società in house della Provincia. A partire dalla questione delle fatture per 300mila euro (inizialmente 356mila) inserite nel consuntivo 2022 ma non riconosciute dal socio unico perché, secondo i tecnici dell’ente di via De Leo, relative a lavori effettuati nel 2023. Questione rispetto alla quale si è poi consumato uno scontro politico-istituzionale tra Marchionna e Matarrelli, con quest’ultimo che ha messo il primo cittadino del capoluogo di fronte ad un ultimatum: confermare o revocare la determina sui 18 aumenti di livello, sulla quale era intervenuto per primo il consigliere di opposizione Pasquale Luperti, che tante polemiche aveva creato nelle settimane precedenti ed ottenere l’immediata nomina di un nuovo amministratore. Il rischio infatti, ancora una volta per quanto evidenziato da Luperti, era che Marchionna arrivasse al primo consiglio comunale della sua amministrazione con ancora potere di firma nella società, rischiando quindi la contestazione dell’incompatibilità con il ruolo di primo cittadino. Ultimatum di fronte al quale Marchionna, alla luce della nuova situazione venutasi a creare proprio con il mancato riconoscimento delle fatture, ha revocato le “promozioni”. Restano da risolvere anche la cronica carenza di entrate, a causa della “retrocessione” della Provincia ad ente di secondo grado e del conseguente taglio dei trasferimenti statali con la riforma Delrio e la questione dei venti dipendenti che, di ritorno nei prossimi giorni dalla cassa integrazione, dovranno lavorare a carico delle casse della società per prossimi due mesi, prima di essere, verosimilmente, licenziati. Proprio la prospettiva di questi licenziamenti ha spinto i Cobas ad annunciare lo stato di agitazione dei lavoratori della società.

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