Tornando al carteggio tra Comune e Amiu, i cui soci sono il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, il sindaco del Comune di Foggia, Franco Landella, il sindaco di Bari, Antonio De Caro, la prima nota risale al 23 giugno, il giorno successivo alla proclamazione di Carluccio: Amiu, rispondendo a una istanza partita dal Comune il 21 giugno con cui si chiedeva la “conferma della disponibilità immediata al subentro”, scriveva che “la conferma è subordinata alla condivisione progettuale dei Comuni soci, Bari e Foggia”.
Il 30 giugno, quando la scadenza dell’ordinanza del commissario straordinario in favore di Ecologica (dovuta a un pronunciamento del Tar) si è fatta ancor più vicina, la sindaca ha nuovamente indirizzato una lettera alla società partecipata, inviandone una copia anche ai tre soci e alla prefettura di Brindisi. Considerato il termine del 6 luglio, quando è prevista l’interruzione del rapporto con la ditta, Carluccio ha posto nero su bianco l’intenzione di predisporre un’ordinanza contingibile e urgente in favore di Amiu, così come fatto da Castelli il 16 maggio, provvedimento sospeso dal Tar che si esprimerà a breve nel merito. Da Bari, picche. Con la specificazione “tutto ciò prescinde da valutazioni in ordine alla legittimità dell’iter amministrativo”. Insomma la vecchia strada non è più percorribile. Il dietrofront ha una spiegazione tecnica per problematiche evidentemente sopraggiunte in un secondo momento. Va però ricordato che
Le difficoltà nella raccolta dei rifiuti, intanto, sono lampanti. Le foto dei cassonetti strapieni popolano le bacheche facebook di numerosi utenti. Le soluzioni a singhiozzo hanno impedito finora il manifestarsi di una vera emergenza. Venuto meno il piano A, quello che era stato individuato dal commissario e per cui c’era stato accordo con Amiu, se ne dovrà trovare uno B.
Lo strumento amministrativo non potrà che essere l’ordinanza contingibile urgente, in questo momento, stando alle valutazioni della struttura tecnica del Comune. Non ce n’è un altro, considerato che la gara unica dell’Aro (Ambito di raccolta ottimale) è stoppata dal contenzioso amministrativo e lo sarebbe anche ogni eventuale procedura “tampone”, come lo è stata la gara ponte (deserta) indetta subito dopo l’insediamento del commissario, anche in questo caso per via delle contestazioni dinanzi ai giudici amministrativi.
La risoluzione del problema è in fase di individuazione: è in corso la scelta della nuova azienda.