​Inchiesta sul voto di Statte, Scalera: «Tanti i segnalati per il concorso all'Amiu»

Lungo interrogatorio per il dirigente che ha respinto tutte le accuse dinanzi al gip

Inchiesta sul voto di Statte, Scalera: «Tanti i segnalati per il concorso all'Amiu»
​Inchiesta sul voto di Statte, Scalera: «Tanti i segnalati per il concorso all'Amiu»
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Domenica 21 Gennaio 2024, 11:47 - Ultimo aggiornamento: 11:48

«Sono tante le segnalazioni che mi sono state fatte per il concorso all'Amiu. Ho conservato oltre trecento bigliettini, non solo quello con il nome di Giulio Modeo». Ha parlato a lungo ieri, nel corso del suo interrogatorio di garanzia, il dirigente dell'Amiu Rocco Lucio Scalera, finito dietro le sbarre nell'ambito dell'inchiesta "Dominio". L'indagine della Guardia di Finanza ha inquadrato le manovre del clan che avrebbe dettato legge a Statte, inquinando anche le elezioni comunali del 2021. Un aspetto per il quale è finito in carcere anche il sindaco di Statte Francesco Andrioli, accusato di scambio elettorale politico-mafioso.

Secondo gli investigatori, infatti, il primo cittadino avrebbe conquistato il suo secondo mandato anche grazie ai voti del clan.

Nel quadro tratteggiato dagli inquirenti della Dda, Scalera, indagato anche per le presunte manovre attivate per pilotare il concorso all'Amiu, è descritto come un collettore di voti, provenienti anche dalla mala. Un accordo che lo avrebbe portato anche a promettere l'assunzione nell'Amiu a Giulio Modeo, nome pesante del presunto sodalizio che avrebbe fatto capo allo stattese Davide Sudoso. A corroborare i sospetti della Finanza quel cartoncino con il nome di Modeo trovato nella borsa di Scalera durante il controllo effettuato dalla Polizia nel corso di una delle prove del concorso.

Cosa successe

Quel giorno gli agenti piombarono nel capannone della Svam, adibita ad aula per la selezione, e interruppero una delle prove. Nella vettura di Scalera trovarono carte compromettenti sull'aiuto che il dirigente avrebbe fornito a tre candidati. Ma anche i nomi di numerosi "segnalati". Tra questi anche quello di Modeo.
Nelle oltre due ore di confronto con il gip Angelo Zizzari, alla presenza anche del pm della Dda Milto Stefano De Nozza, Scalera, che è stato assistito dall'avvocato Fausto Soggia, ha respinto tutte le contestazioni. A suo dire, non avrebbe fatto campagna elettorale per il sindaco Andrioli, nonostante le sollecitazioni. Ha ricordato il suo ruolo dirigenziale nell'Amiu, azienda nella quale lavorano molti stattesi che conosce e ai quali non ha chiesto di votare Andrioli. Sul concorso Amiu, ha confermato di aver ricevuto tantissime segnalazioni e di aver conservato solo una parte dei biglietti ricevuti. Ha ribadito che lui non avrebbe comunque potuto fare nulla, in quanto il concorso era presieduto da una commissione della quale non faceva parte. Sul caso di Modeo, poi, ha aggiunto di aver avuto sin dal 2018 una richiesta di interessamento da parte di Laneve, che ha un ruolo sindacale. Dal suo canto, lui avrebbe raccolto tutte le segnalazioni, ma a suo dire, non avrebbe fatto nulla.

Tra gli indagati che ieri al varco dell'interrogatorio di garanzia hanno scelto di parlare, anche l'assessore Ivan Orlando, arrestato con la stessa contestazione rivolta al sindaco. Orlando, che è difeso dall'avvocato Enzo Sapia, ha risposto alle domande e ha negato gli addebiti. Stando a quanto si è appreso, ha escluso categoricamente di aver avuto l'appoggio del clan di Davide Sudoso, che ha detto di conoscere soltanto di vista. Ha anche respinto l'accusa di aver dato soldi per incamerare voti da parte del sodalizio per la sua rielezione. L'avvocato Sapia ha annunciato che presenterà istanza al Riesame.

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