Mafia, droga e racket e scambio elettorale: 29 arresti. In carcere anche il sindaco di Statte: “Il clan condizionò le elezioni”

Sequestro di ingenti quantità di sostanze stupefacenti, somme in contanti per oltre 50 mila euro e diversi orologi Rolex di notevole valore economico

Mafia, droga e racket: blitz all'alba contro la criminalità, 29 arresti
Mafia, droga e racket: blitz all'alba contro la criminalità, 29 arresti
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Lunedì 15 Gennaio 2024, 07:08 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 22:58

Sono 29 le persone arrestate (26 in carcere e 3 agli arresti domiciliari) questa mattina dagli uomini della Guardia di Finanza nell'ambito di un'operazione anticrimine messa a segno tra Taranto e Statte. Eseguito anche il sequestro preventivo di beni del valore complessivo di circa 6,4 milioni di euro.

I militari agli ordini del colonnello Massimiliano Tibollo hanno eseguito la raffica di arresti sulla base delle ordinanze di custodia cautelare che sono state decretate dal gip Angelo Zizzari su richiesta del pm Milto Stefano De Nozza della Dda di Lecce. Tra gli arrestati spicca il nome del sindaco di Statte, Francesco Andrioli.

Tra le numerose contestazioni rivolte agli indagati spiccano quelle di associazione per delinquere di stampo mafioso  traffico di droga e estorsione. Sono 26 gli inquisiti per i quali è stata disposta la misura cautelare in carcere, mentre per tre si è optato per gli arresti domicilari. Nell'inchiesta sono indagate complessivamente sessanta persone. Nel mirino delle Fiamme Gialle il presunto clan che avrebbe fatto capo al tarantino Davide Sudoso. Sono otto gli indagati chiamati a difendersi dall'accusa di 416 bis. Tra questi anche il 49enne tarantino Giulio Modeo, figlio del boss Antonio Modeo, conosciuto come il "messicano", assassinato durante la feroce guerra tra clan tarantini a cavallo degli anni '80 e '90.

La politica

Tra gli indagati in carcere anche il sindaco di Statte Francesco Andriolidue esponenti dell'amministrazione comunale e il dirigente dell'Amiu Lucio Rocco Scalera.

Sono accusati di scambio elettorale politico mafioso. Avrebbero goduto del sostegno della cosca in occasione delle amministrative di tre anni fa. 

Nello specifico, è stato rilevato come alcui degli indagati, tra il 2020 e il 2021, avrebbero fatto parte di un’organizzazione di tipo mafioso, dotata di armi, e si sarebbero resi responsabili di numerose condotte illecite concernenti lo scambio elettorale politico-mafioso, la cessione di partite di stupefacenti, la detenzione di armi e l’intestazione fittizia di beni a “prestanome”, nonché l’esecuzione di efferate attività estorsive, di spedizioni punitive e di attentati incendiari.

Il controllo del territorio

Il “controllo del territorio” sarebbe stato esercitato da alcuni degli indagati anche attraverso il presunto condizionamento delle elezioni amministrative tenutesi a Statte (Taranto) nell’ottobre del 2021. In questo contesto sarebbe difatti emerso che uno degli indagati, attraverso propri fiduciari, si sarebbe concretamente adoperato per la raccolta di voti in favore di alcuni candidati, oggi amministratori di vertice del Comune, ottenendo in cambio somme di denaro, buoni pasto e schede carburanti, nonché l’impegno a favorire la concessione di autorizzazioni e di commesse pubbliche a imprese compiacenti.

Avrebbe contribuito all’illecita raccolta di voti anche un dirigente amministrativo di una società di servizi tarantina. A questo proposito sarebbe difatti emerso che il predetto, per il tramite di fiduciari, avrebbe interessato un componente della presunta associazione mafiosa perchè reperisse preferenze elettorali, promettendogli in cambio l’assunzione nell’azienda di servizi e l’affidamento di commesse.

Ancora, per eludere l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali alcuni indagati avrebbero intestato fittiziamente a “prestanome” imprese, beni mobili e immobili ubicati a Taranto e a Statte.

Rolex sequestrati

A riscontro delle evidenze acquisite attraverso le indagini tecniche, nel novembre e dicembre 2021 il Nucleo Pef Taranto ha sottoposto a sequestro a carico di alcuni indagati ingenti quantità di sostanze stupefacenti, del tipo hashish e cocaina, somme in contanti per oltre 50mila euro e diversi orologi Rolex di notevole valore economico.

In applicazione del provvedimento cautelare sono stati inoltre sottoposti a sequestro “per sproporzione”, ai sensi dell’art.240-bis c.p.p., anche beni di ingiustificata provenienza riconducibili ad alcuni indagati del valore complessivo di circa 6,4 milioni di euro, tra i quali appartamenti, locali commerciali e box, nonché quote societarie e compendi aziendali di imprese, con sedi a Taranto e in provincia, attive nei settori economici della ristorazione e del commercio di automobili e di frutta e verdura.

Contestualmente sono state eseguite perquisizioni locali e personali nei confronti di 30 soggetti, interessati dalle indagini in ordine alle ipotesi di reato di associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, traffico di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di armi.

L’operazione di servizio, svolta in stretta sinergia con la Procura della Repubblica di Lecce -Direzione Distrettuale Antimafia - testimonia il costante impegno profuso dalla Guardia di Finanza di Taranto a contrasto della criminalità organizzata, al fine di intercettare e reprimere ogni forma di inquinamento dell’economia legale per salvaguardare gli operatori economici e i cittadini.

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