Pizzo sui mendicanti e donne costrette a prostituirsi: la mafia nigeriana controllava il centro di accoglienza. Condannati in 23

Pizzo sui mendicanti e donne costrette a prostituirsi: la mafia nigeriana controllava il centro di accoglienza. Condannati in 23
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Martedì 19 Luglio 2022, 15:50 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 22:08

Le mani della mafia nigeriana sul centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari. Racket, prostituzione di donne vittime di tratta, accattonaggio di mendicanti, pestaggi, accoltellamenti e persino riti voodoo. Sono due i gruppi criminali finiti nelle indagini, Vikings ed Eiye: oggi il Tribunale di Bari, in primo grado, ha condannato 23 imputati a pene tra i 5 anni e 8 mesi di reclusione e i 19 anni e sei mesi. 

Donne e mendicanti: il racket della mafia

Gli investigatori hanno accertato che le donne sarebbero state costrette a sottomettersi con violenza fisica e psicologica, considerate «oggetti fabbricasoldi».

Stessa violenza sarebbe stata riservata ai mendicanti, costretti a pagare il pizzo sull'elemosina per garantirsi una postazione davanti ai supermercati di Bari e provincia. I giudici hanno anche riconosciuto per tutti l'aggravante del metodo mafioso. Gli imputati, tutti arrestati nel dicembre 2019, erano stati ospiti del Cara fino a un anno prima. Le condanne più elevate, a 19 anni e 8 mesi e a 18 anni di reclusione, sono state inflitte ai due presunti capi dei rispettivi gruppi, il 32enne Osas O Ighoruty e il 26enne Gbidi Trinity.

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