Università di Bari, inaugurazione dell'anno accademico. Mancuso: «Abbiamo perso il senso del limite». Bronzini: «Numeri in crescita»

Università di Bari, inaugurazione dell'anno accademico. Mancuso: «Abbiamo perso il senso del limite». Bronzini: «Numeri in crescita»
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Martedì 6 Febbraio 2024, 11:46 - Ultimo aggiornamento: 12:09

Cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2023/2024 dell'Università di Bari questa mattina al teatro Piccini. L’evento è stato aperto dalla canzone “We don’t need another hero” nella performance di Gaia Gentile e da un video con alcune immagini tratte da “L’era glaciale”. L'Ateneo barese si prepara a celebrare i suoi primi cento anni di vita il 15 gennaio del 2025 al Teatro Petruzzelli: un anniversario molto atteso e sul quale già si lavora. 

Ospite, oltre ai rettori di diversi atenei italiani, il professor Stefano Mancuso, botanico e saggista italiano che insegna arboricoltura generale e etologia vegetale all’Università di Firenze. Tema della giornata il senso del limite. «Il limite è un concetto straordinario che abbiamo perso – ha dichiarato Mancuso -. L’umanità è  incapace di comprendere che fa parte di un sistema più ampio, di relazioni complesse, che ogni sua azione ha delle ricadute le cui conseguenze, spesso, avvengono in posti e in luoghi molto  lontani da dove è iniziata l’azione. Non aver compreso questo, ci ha portato oggi in una situazione che per quanto riguarda il  problema che vagamente viene chiamato ‘ambientale’ è molto grave. L’unica soluzione è educare». Limiti che anche gli studenti, come sottolineato da Serena Tangorra di Next Generation, devono far in modo di modificare soprattutto in relazione alle generazioni precedenti. «La nostra è una generazione che deve decidere on base alle proprie categorie.

Dobbiamo porci il nostro limite, con una accezione non negativa ma figlia dello spirito del nostro tempo. Dobbiamo scegliere i nostri limiti, e tramite la conoscenza capire a quali obiettivi vuole ambire».

L'intervento del rettore

«Ci sono molti problemi, ma ci sono anche molti sviluppi e questo anno accademico comincia riflettendo, studiando, creando nuovi modelli che forse produrranno numeri. Questi numeri quest'anno sono virtuosi, sono in crescita». Così il rettore, Stefano Bronzini, a margine dell'evento. «Adesso - ha aggiunto - bisogna agganciare questa crescita ai territori, con ricadute significative». Bronzini ha chiarito che «quando si parla di finanziamenti vuol dire che non si hanno idee. Noi preferiamo parlare prima delle idee e poi dei finanziamenti». 

Nel suo discorso, il rettore ha ringraziato il procuratore generale di Bari, Leonardo Leone De Castris, per il dono della libreria del padre Arcangelo, per poi concentrarsi sul panorama nel quale l'Università si muove e agisce. Ha annunciato il congelamento «di collaborazioni con Paesi, Fondazioni e aziende che non rispettano i diritti civili e le libertà», restringendo poi l'inquadratura ai problemi del Paese e del tempo nel quale viviamo. Un tempo segnato da «una grande fragilità», che schiaccia i ragazzi di oggi sotto «l'insopportabile pressione di non vedere un futuro». Un tema che Bronzini ha definito quale vera e propria «patologia del presente», che ha annientato il tempo «della riflessione per far spazio al “fai presto”», comunque inteso. I giovani, gli studenti «non sono una spesa, ma un investimento e le città non dovrebbero essere universitare, ma città della conoscenza».

Agganciando l'intervento di Mancuso, il rettore dell'Ateneo barese ha aperto poi uno squarcio sulla Puglia: «Taranto insegna molto quando si parla del senso del limite» ha detto Bronzini, bocciando poi l'autonomia differenziata prossima all'approvazione della Camera e definendola «una fallimentare idea di divisione del Paese».

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