Ci sono le partite nazionali, come il congresso Pd del dopo Letta, ma anche quelle locali. E soprattutto, il futuro dei big del centrosinistra pugliese, Michele Emiliano e Antonio Decaro. In mezzo, Bari e l'appuntamento con le urne del 2024. Lo hanno evocato i Fratelli d'Italia, già in campagna elettorale, e il loro coordinatore cittadino, a spoglio concluso. Insomma, il dossier sulla fascia tricolore all'ombra di San Nicola c'è ma, a sinistra, le priorità sono altre e non è il momento di tirarlo fuori dai cassetti, anche perchè la giostra del post elezioni è ancora in moto.
A partire dai sommovimenti in casa dem: nel capoluogo, il Pd, alla Camera, ha raccolto il 19,33% dei voti, lasciando la palma di partito più suffragato al Movimento 5 Stelle ma restando ugualmente al di sopra della media nazionale e di quella regionale.
Le prospettive
Al Senato, ha superato il tetto del 19%, pur restando terzo, dietro M5S e Fratelli d'Italia: «Potrei pronunciare la classica frase da talk show del giorno dopo e dire che abbiamo retto ma mi conoscete, non è il mio stile né la mia idea di politica», ha affidato ai social il sindaco, in un duro j'accuse ai piani alti del partito.
La ricostruzione
Sì, ma con chi cominciare a costruire? Un nodo è quello dei civici, categoria larga, che va da Con di Rocco De Franchi fino ai centristi. Compresa Puglia Popolare. Il leader, Massimo Cassano, non staccherà il biglietto per la Capitale ma resta ugualmente nel terzo polo di Carlo Calenda e fuori dalla maggioranza di centrosinistra in Regione: «Il collegio nel quale ero candidato, il P02, è stato tra i quattro dove la lista ha ottenuto la percentuale più alta, il 5,32%, corrispondente a 22.150 preferenze. Siamo davanti anche alla Lega, consolidandoci tra le prime cinque forze politiche». In quale parte dello scacchiere starà? E in quale clima, visto che il 4 ottobre in Aula approda la riforma di governance dell'Agenzia Arpal - della quale è dg che potrebbe disarcionarlo? E vale anche per il Movimento 5 Stelle: l'intesa pugliese regge, la pattuglia in via Gentile, nei prossimi giorni, vedrà Michele Emiliano ma la riapertura del dialogo passa da Roma. In compenso, una prova del nove da tenere d'occhio potrebbero essere le Comunali di Foggia, il prossimo anno.
Lì, i numeri dei pentastellati, potrebbero indurre il Pd a fare quadrato intorno ad un nome comune, segnando il disgelo. E pure un precedente illustre. Senza contare la concomitanza con le Europee, che potrebbe coincidere con una discesa in campo di Emiliano per Bruxelles e pure con un liberi tutti anticipato. Con la conseguenza di rimettere tutto e tutti in discussione - dagli assessori uscenti che potrebbero ambire a succedere a Decaro ad esterni di lusso, fuori e dentro il Pd. Non è un caso che l'associazione La Giusta Causa, vicina al penalista Michele Laforgia, acceleri e si riunisca oggi per l'analisi del risultato: «Prima del voto, commentando metodi e merito delle scelte adottate per la costruzione delle alleanze elettorali e delle candidature per i collegi uninominali e per i listini, avevamo già detto che dopo il 25 settembre sarebbe stato necessario rimboccarsi le maniche per dare una prospettiva alla sinistra a Bari e in Puglia, per riavvicinare i pugliesi alla politica buona e alle istituzioni territoriali. Abbiamo deciso di incontrarci per commentare insieme i risultati elettorali, sia con riferimento allo scenario nazionale sia allo scenario regionale e alle prospettive che già a breve termine si aprono, sapendo che non è più tempo di subirle, ma è tempo di impegnarsi per contribuire a determinarle», fanno sapere.