Comunali a Bari, centrodestra a caccia del nome: sfuma Filograno, spunta Picaro

Comunali a Bari, centrodestra a caccia del nome: sfuma Filograno, spunta Picaro
Comunali a Bari, ​centrodestra a caccia del nome: sfuma Filograno, spunta Picaro
di Antonio BUCCI
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Mercoledì 13 Settembre 2023, 05:00

«Siamo ancora tutti in cucina, ci vuole ancora un po’ per impiattare le portate ma posso garantire che stiamo lavorando con ingredienti di primissima qualità», sceglie la metafora culinaria il numero uno barese di Fratelli d’Italia, Gigi Decollanz, quando gli si chiede quanto manchi alla fumata bianca. Quella del candidato a sindaco di Bari, in compenso, assomiglia sempre più ad una mystery box di un fortunato talent televisivo: una carta coperta, insomma.

Tanto più ora che sul prof di diritto e avvocato, Gaetano Filograno, si sono addensate le nubi mediatiche del processo che riprenderà il 25 settembre prossimo e nel quale sarà giudicato, all’interno di un’inchiesta datata 2017: due avvocati e un ex finanziere e, in mezzo, una presunta vendetta contro un imprenditore, che ha fatto partire l’accusa. Si vedrà ma il nome del civilista era finito al centro del tam tam del centrodestra come possibile alfiere: opzione civica e consultazione interna ai grandi elettori di area. Poi non se ne è fatto più nulla.

I nomi

«I nomi di agosto lasciano il tempo che trovano», ha tagliato corto il coordinatore regionale FdI, Marcello Gemmato. E così, ora c’è chi pensa ad un altro profilo di dichiarata riconoscibilità: il consigliere regionale Michele Picaro. Subentrato a Ignazio Zullo in via Gentile sotto le insegne di Fratelli d’Italia e coordinatore provinciale del partito, è stato il più suffragato del centrodestra alle ultime Comunali e ha iniziato la sua scalata nel ‘99, dalla palestra delle circoscrizioni. Il diretto interessato non conferma né smentisce, dal momento che il suo nome si è anche rincorso come possibile testa di serie per le Europee: stesso election day di giugno ma partite molto diverse e ancora tante incognite. Solo ipotesi, visto che il tavolo regionale attende la consegna delle liste di Foggia, per concentrarsi sulla campagna elettorale in terra dauna.

Nel capoluogo, invece, l’ultimo a suonare la carica è stato il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, a margine della cerimonia inaugurale della Fiera del Levante: «Stiamo già ragionando sulle candidature migliori, perchè - faccio mea culpa - come centrodestra, in passato, in Puglia ci siamo fatti del male da soli, dividendoci, litigando, polemizzando. Questa volta, per Bari e Lecce 2024 e poi per la Regione, non dobbiamo, non vogliamo e non possiamo sbagliare».

Prima e dopo il taglio del nastro, il ministro delle infrastrutture ha avuto modo di incontrare i suoi, prime linee del Carroccio e amministratori locali. Niente passi avanti ulteriori, se non schermaglie a distanza: «Dispiace che aspiranti (ma molto aspiranti) successori del sindaco Decaro - come Marco Lacarra - non abbiano mancato di sporcare una bella giornata di armonia istituzionale con inutili e banali veleni», ha replicato il regionale Fabio Romito alle reazioni dell’onorevole Pd al discorso di Salvini. «Il dopo Decaro deve partire proprio dal voltare pagina rispetto a 20 anni di sinistra», per «evitare pericolose “dinastie”», ha puntellato. Forza Italia lavora al programma e, in Fiera del Levante, ha incontrato il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, per discutere dei «temi energetici e ambientali cittadini, che saranno inseriti nel programma amministrativo per Bari 2024». «Il ministro ha condiviso la scelta di inserire questi punti tra le priorità programmatiche di Forza Italia Bari e ha fornito alla delegazione barese chiarimenti e suggerimenti per realizzare le comunità energetiche in città», fanno sapere. E intanto? Decollanz resta cauto: «Andiamo avanti con il processo di selezione e verifica dei candidati, stiamo continuando ad ascoltare i mondi che gravitano intorno a noi e abbiamo la necessità di concludere questo percorso. Buon senso vorrebbe che si concludesse in tempi rapidi ma, d’altro canto, non mi pare che a sinistra siano più avanti», stuzzica.

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