Automotive, produzione e occupazione. I sindacati chiedono un tavolo regionale per il gli sviluppi del settore

Automotive, produzione e occupazione. I sindacati chiedono un tavolo regionale per il gli sviluppi del settore
di Enrico FILOTICO
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Sabato 22 Gennaio 2022, 05:00

Safety Car, iniziativa nazionale organizzata dalla Fiom Cgil, sbarca anche in Puglia. Al centro del tavolo tecnico promosso dalla sigla sindacale il tema dell’occupazione nel settore dell’automotive. Un mondo che in Italia prima del Covid contava un indotto di circa 925mila euro all’anno e che solo in Puglia vanta numeri di occupazione in crescita rispetto al resto del Mezzogiorno, con l’1,51% di addetti occupati nelle attività di ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle scienze naturali e dell’ingegneria. Fotografia chiara dell’importanza che il comparto ha nel tacco del paese. Considerato che la media tra le regioni a sud è di 0.29%, mentre i numeri nazionali sono più vicini a quelli pugliesi con l’1,7% di soggetti coinvolti nel comparto.

I sindacati

Il tema lo ha rilanciato anche il segretario generale della Cgil Puglia, Pino Gesmundo: «C’è bisogno di tavoli di confronto territoriali e nazionali. È un tema pugliese dato che noi abbiamo fatto un grande investimento sull’automotive che è stato punto di riferimento dello sviluppo della regione e quindi anche dell’occupazione. Si tratta di una caduta in questo settore che per noi significherebbe perdita di posti di lavoro, di Pil e quindi povertà. Abbiamo chiesto alla regione un tavolo nell’ambito di un problema nazionale. La Puglia deve giocare una parte importante perché noi abbiamo investito molto». In Puglia oggi si contano 6mila addetti, dato che rischia di essere ridimensionato dopo i due anni di pandemia. «Una crisi di settore che la pandemia ha solo accentuato», ha spiegato nella sua introduzione il segretario generale della Fiom pugliese, Beppe Romano. «È importante un confronto largo nella nostra organizzazione circa le sfide che ci attendono sul versante della transizione ambientale che sia giusta anche sul piano sociale. E questo chiama in causa trasversalmente la nostra confederazione, coinvolge altri settori, richiama la necessità di un confronto con le istituzioni nazionali circa la visione strategica». 


Gesmundo, interpellato sul tema rilancia l’importanza di dover governare la transizione, «c’è un problema che richiede una risposta alla domanda su quali sono le prospettive – spiega il segretario pugliese di Cgil - quale transizione bisognerà governare, se la transizione sarà verso l’elettrico e soprattutto se le multinazionali dovranno comprendere che investimento fare.

C’è bisogno di tavoli di confronto territoriali e nazionali». 


Dello stesso tenore le dichiarazioni di Michele De Palma, segretario nazionale Fiom Cgil «Noi abbiamo un problema, è crollato il mercato europeo. Il 25% in meno di auto vendute, vuol direi che lo stesso numero vale per i componenti prodotti, questo significa che questo mancato indotto o viene redistribuito nelle politiche europee in maniera equa tra i paesi o noi corriamo il rischio di assorbire l’impatto negativo del crollo di mercato. Questo potrebbe definire il fatto che noi avremmo un rischio per l’occupazione che andrebbe oltre i 60mila che sono oggi già a rischio da un punto di vista occupazione nel settore automotive».
Poi un passaggio sullo sblocco dei licenziamenti, «Noi per poter fermare questo processo pensiamo che vadano studiate nuove politiche industriali e utilizzare ammortizzatori sociali per la transizione del sistema industriale ecco perché vogliamo aprire il confronto con il governo del paese». 
De Palma poi ha chiuso il suo intervento richiamando il ruolo che il Pnrr dovrebbe avere in questo momento storico, «Siamo l’unico paese europeo che nel Piano nazionale di ripresa e resilienza non ha un progetto per l’automotive. Ci vuole una dotazione straordinaria di leggi e risorse per affrontare la transizione con l’obiettivo di implementare l’occupazione e garantire la svolta ecologica alla produzione della mobilità». 
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