Ricatti all'imprenditore con le foto hard, in tre vanno a processo

Ricatti all'imprenditore con le foto hard, in tre vanno a processo
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Mercoledì 19 Aprile 2023, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 08:29

Ricatti con le foto hard, in tre vanno a processo. Giudizio immediato a Taranto per i tre giovani che avrebbero perseguitato un commerciante tarantino sotto la minaccia di pubblicare sui social alcune foto dal contenuto sessualmente esplicito. Per i tre imputati, difesi dagli avvocati Nicola Marseglia, Cristiano Rizzi e Alessandro Scapati, il processo prenderà il via a maggio. A disporlo è stato il giudice Giovanni Caroli su richiesta del pubblico ministero Francesca Colaci.

Contenuti sessualmente espliciti

Sotto processo tre uomini, due trentenni e un ventinovenne, chiamati a difendersi dalle accuse di concorso in estorsione, atti persecutori ed illecita diffusione di immagini a contenuti sessualmente espliciti.

Contro di loro la denuncia formulata dalla vittima e gli esiti delle indagini condotte dai carabinieri. Un'attività investigativa portata avanti in tempi strettissimi che sfociò nell'arresto dei tre presunti responsabile del ricatto hot. 

La vicenda parte un anno fa


Stando alla ricostruzione della vicenda fatta dagli investigatori, tutto avrebbe preso il via un anno fa, quando uno degli imputati agganciò la vittima sui social.
Il punto di partenza di un incubo per il malcapitato titolare di un esercizio commerciale, diventato, nel giro di poco tempo, il bersaglio di una vera e propria persecuzione.
Tutto per colpa di alcune immagini dal contenuto sin troppo esplicito che aveva inviato a quel nuovo amico social. Le foto, infatti, ben presto si sono tramutate nell'arma con la quale ricattare la vittima.

Il ricatto


L'imprenditore sarebbe stato taglieggiato dall'amico virtuale ma anche da due suoi complici. La minaccia sarebbe stata sempre la stessa, ovvero quella di trovare sul web quelle foto imbarazzanti.
I tre uomini lo avrebbero letteralmente perseguitato con messaggi e chat, pretendendo telefoni cellulari di ultimissima generazione, del valore di oltre mille euro, apparecchi informatici e computer costosi. Inoltre avrebbero imposto all'imprenditore la consegna della password del suo profilo facebook. Da quell'indirizzo social, successivamente, avrebbero fatto partire messaggi privati a conoscenti dal contenuto compromettente. E le angherie non sarebbero finite qui. Infatti uno degli indagati avrebbe minacciato di presentarsi sul posto di lavoro della vittima per mostrare quelle imbarazzanti immagini a conoscenti e familiari. Alla fine l'uomo si è ribellato e ha denunciato tutto. Per i tre giovani sono scattati prima i domiciliari e ora dovranno affrontare un processo.

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