Si erano specializzati nella pesca di frodo con l'utilizzo di esplosivi. Alla fine, però, loro sono finiti nella rete della Guardia di Finanza e della Capitaneria di Porto. Cinque tarantini, infatti, sono stati arrestati e collocati agli arresti domiciliari in esecuzione dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip su richiesta della Procura di Taranto.
I provvedimenti sono il punto di arrivo di una lunga e articolata attività di indagine partita dopo il ritrovamento di sette chili di esplosivo sui moli della città vecchia di Taranto. Quello si è rivelato il primo passo dell'inchiesta, battezzata "Tritone", con la quale i militari della Capitaneria e della Finanza hanno inquadrato una organizzazione dedita alla pesca di frodo.
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Agli indagati vengono contestati i reati di “inquinamento ambientale” e “disastro ambientale”, per aver alterato in modo significativo e misurabile l’equilibrio di un ecosistema ricco e complesso come il Mar Piccolo di Taranto. Uno solo degli inquisiti risponde anche dell'accusa di di spaccio di sostanza stupefacente perché trovato in possesso di droga nel corso delle operazioni.
Pesca con le bombe, cinque arresti
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Martedì 26 Novembre 2019, 13:08 - Ultimo aggiornamento: 13:29
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