Pescavano con le bombe: in tre a giudizio per danni ambientali

Pescavano con le bombe: in tre a giudizio per danni ambientali
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Sabato 14 Ottobre 2023, 19:49

Disastro ambientale, inquinamento e pesca di frodo con l’utilizzo di ordigni esplosivi. Queste la pesanti accuse, contestate a vario titolo, per tre tarantini rinviati a giudizio nei giorni scorsi dal giudice Giovanni Caroli. Si tratta di Cosimo Pizzolla, stattese di 54 anni, difeso dagli avvocati Angelo Casa e Luigi Esposito, suo figlio Carlo Pizzolla, stattese di 29 anni, difeso dall’avvocato Angelo Casa, e del tarantino Giuseppe De Lorenzis, 59enne assistito dall’avvocato Sabrina Sbiroli. Per loro prima udienza in aula in Tribunale il prossimo 10 gennaio. Nel dettaglio a Cosimo Pizzola e a De Lorenzis sono contestate le imputazioni più pesanti, mentre Carlo Pizzolla risponde dell’accusa di aver procurato o acquistato l’esplosivo per la pesca di frodo.

L'inchiesta Tritone


Al vaglio del collegio giudicante uno stralcio dell’inchiesta “Tritone”, con la quale, nel dicembre del 2019, Guardia Costiera e Guardia di Finanza colpirono il mondo dei cosiddetti “bombaroli”. Quel giorno i militari eseguirono cinque misure cautelari ai domiciliari spiccate dal gip Benedetto Ruberto, su richiesta del pm Mariano Buccoliero. 
Nell’indagine rimasero invischiati numerosi tarantini accusati di aver praticato la pesca di frodo in mar Piccolo con l’utilizzo di ordigni.

Dopo la richiesta di rinvio a giudizio del pm Buccoliero, la maggioranza è uscita dal procedimento con il patteggiamento o il ricorso al rito abbreviato. Anche i Pizzolla, in realtà, avevano tentato la strada del patteggiamento, ma la pena concordata era stata ritenuta inadeguata dal giudice. Di qui l’appuntamento in preliminare celebrato nei giorni scorsi sfociato nel rinvio a giudizio.

Danni all'ambiente


Secondo gli investigatori, gli inquisiti avrebbero pescato in mar Piccolo utilizzando ordigni per fare incetta di pesce, ma senza curarsi dei danni provocati da quelle bombe all’ecosistema marino. L’inchiesta prese il via dopo il ritrovamento di sette chili di esplosivo e di pezzi di tritolo nei pressi delle banchina della città vecchia di Taranto. Esplosivo che sarebbe stato utilizzato per la pesca di frodo. Le indagini successive consentirono di individuare i presunti responsabili. Gli accertamenti hanno consentito di ricostruire le manovre di un gruppo che avrebbe gestito l’illecita attività di pesca con gli esplosivi.

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