Bocciato l'articolo del "milleproroghe" che destinava i fondi alla decarbonizzazione

Bocciato l'articolo del "milleproroghe" che destinava i fondi alla decarbonizzazione
di Domenico PALMIOTTI
3 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Febbraio 2022, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 10:51

I soldi che i Riva hanno fatto rientrare dall’estero, poi confluiti nel patrimonio destinato di Ilva in amministrazione straordinaria, restano per le bonifiche dei siti inquinati di Taranto che dovrà farà la stessa Ilva in as e non vanno ai piani di decarbonizzazione del siderurgico. Attorno alle 2.41 della notte scorsa, nelle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio della Camera, riunite congiuntamente, un ampio schieramento formato da Pd, Cinque Stelle, Italia Viva, Forza Italia, deputati del Misto e di Alternativa, ha bocciato e soppresso l’articolo 21 del decreto Milleproroghe e riportato la situazione laddove era. Hanno votato a favore della disposizione del Milleproroghe solo Lega e Fratelli d’Italia. Il Governo e uno dei relatori del Milleproroghe, Simona Bordonali della Lega, hanno difeso la norma ma non sono riusciti a farla passare.

Onu: «Taranto, una delle città più inquinate al mondo». Per le Nazioni Unite l'ex Ilva ha violato i diritti umani e compromesso la salute dei cittadini

La votazione

Commenta Giovanni Vianello, deputato di Taranto, ex M5S ora in Alternativa (ha strappato mesi fa con i pentastellati proprio su Ilva): «È una sconfitta del Governo.

Tutti i partiti  hanno votato per la soppressione dell’articolo 21, la Lega e Fratelli d’Italia hanno votato conformemente al parere del Governo. Il Governo - aggiunge Vianello - su diversi emendamenti è andato sotto durante le votazioni di questa notte ma quello sull’Ilva é stata la situazione più eclatante».

Che non tirasse una buona aria per l’articolo 21, lo si era visto da tempo. Prima, ad inizio d’anno, le proteste politiche, poi il presidio Usb sotto la Prefettura di Taranto il 7 gennaio, quindi la raffica di emendamenti abrogativi dell’articolo 21. Che una settimana fa i relatori del Milleproroghe (oltre a Bordonali della Lega, Daniela Torto dell’M5S) avevano chiesto di accantonare con parere conforme del Governo proprio per aprire un confronto ed una riflessione, vista la materia delicata. Nel pomeriggio di ieri, Teresa Bellanova, presidente di Italia Viva e vice ministro alle Infrastrutture, aveva peró alzato il tiro dichiarando che non un euro delle bonifiche doveva essere distolto. Va detto che nelle ore precedenti, il Governo - con una proposta emendativa che fonti parlamentari attribuiscono a Mise e Mef - aveva provato a correggere il tiro aumentando i fondi per le bonifiche sino a 675 milioni ma lasciandone 294 alla decarbonizzazione e subordinando ogni intervento, ogni azione, sia di Ilva che del gestore della fabbrica, al rilascio di un decreto di autorizzazione interministeriale. 

Ex Ilva: wind day a Taranto, sui social le foto delle polveri sulla città

Le bonifiche

Le bonifiche in carico ai commissari Ilva - di nomina Mise - riguardano tutte quelle aree che a novembre 2018 il gestore ArcelorMittal non ha voluto: discariche, cave, terreni, collinette ecologiche del rione Tamburi. Sono in tutto 18, di cui 3 sotto sequestro. Per una di queste aree, discariche, la Due Mari, l’intervento si è concluso da poco. Primo firmatario dell'emendamento che ha portato alla votazione di questa notte è stato il deputato tarantino Giampaolo Cassese.

© RIPRODUZIONE RISERVATA