Bonifiche, investimenti e altri lavori: i progetti per il porto di Taranto nel futuro immediato

Bonifiche, investimenti e altri lavori: i progetti per il porto di Taranto nel futuro immediato
di Domenico PALMIOTTI
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Venerdì 22 Marzo 2024, 05:00

Più o meno assorbito il colpo causato dal disimpegno di Ferretti dall’investimento a Taranto, dove avrebbe dovuto costruire uno stabilimento per produrre scafi e strutture di yacht, anche perché non sembrano esserci state iniziative per tentare di recuperare quest’iniziativa industriale, il polo rappresentato da portualità e cantieristica cerca di spingere le altre iniziative.

Il contesto non è facile, perché l’essere area Sin, Sito di interesse nazionale, con tutto quel che ne deriva in termini di disinquinamento, messa in sicurezza e bonifica, complica ogni percorso e allunga l’iter di ogni progetto. E se a questo si aggiungono i problemi occupazionali, dove i 330 addetti ex TCT-Evergreen sono ancora in uno stato di incertezza con l’indennità che termina a fine mese, ne scaturisce un quadro d’insieme critico. Tuttavia, malgrado questo, si prova ad andare oltre.

Anche se Ferretti non è più interessato a Taranto (il progetto era da 200 milioni tra fondi pubblici e privati e gli occupati diretti sarebbero stati 200), la messa in sicurezza e la bonifica dello yard Belleli, dove il gruppo avrebbe dovuto insediarsi, sarà egualmente effettuata. A fine gennaio la società pubblica Sogesid ha pubblicato il bando di gara, le offerte sono arrivate, e adesso si deve costituire la commissione di aggiudicazione. Si stanno aspettando i nomi dal Consiglio superiore dei Lavori Pubblici e dalle altre amministrazioni. L’importo totale dell’appalto é di 152,227 milioni, di cui 150,44 per lavori. Le risorse effettivamente disponibili, però, sono inferiori. I lavori vedranno tre contratti attuativi e un accordo quadro. L’intervento è diviso in lotti e l’amministrazione che procede con l’appalto, può decidere se affidare o meno tutti i lavori. I fondi vengono da Autorità portuale del Mar Ionio, Regione Puglia e ministero delle Infrastrutture e trasporti. Si è deciso di andare comunque avanti con la bonifica dello yard Belleli perché si fa affidamento sull’arrivo di nuovi investitori. Dopo l’addio di Ferretti, altri si sono affacciati e hanno chiesto informazioni, ma allo stato non c’è ancora nulla di concreto.
Invece per Vestas, che a fine febbraio si è candidata per la piattaforma logistica, scadranno ai primi di aprile i 40 giorni che la procedura stabilisce dalla pubblicazione della domanda alla chiusura dei termini per dar modo ad altri di presentare domande concorrenti oppure osservazioni. Al momento, non ci sono concorrenti che insidiano Vestas sulla piattaforma. L’area di 132mila metri quadrati, Vestas, che costruisce pale eoliche, vuole usarla per fabbricare motori, generatori e trasformatori elettrici, nonché per attività di supporto ai trasporti. All’interno della piattaforma logistica, ha comunicato Vestas, «saranno svolte principalmente attività di stoccaggio e trasporto dei prodotti finiti, semilavorati e materie prime relativamente al ciclo produttivo delle pale eoliche.

In uno dei capannoni presenti (magazzino a temperatura ambiente), sono previste attività a completamento del processo produttivo realizzato nel capannone ubicato nella zona pmi di Taranto». 

Gli appalti

Un appalto da 50 milioni finanziato col Pnrr sarà invece aggiudicato dall’Authority entro il 31 marzo. Si tratta del cold ironing, l’elettrificazione delle banchine. Saranno tre: il pontile petroli dell’Eni, il molo polisettoriale, dove è il terminal container di Yilport, e il San Cataldo, riservato alle navi da crociera. La commissione di gara sta effettuando una serie di verifiche prima di deliberare l’aggiudicazione. Finalità del cold ironing è quella di evitare che le navi producano emissioni durante la sosta approvvigionando motori e apparati di bordo attraverso le banchine elettrificate. Il cold ironing sarà alimentato tramite Terna e un impianto fotovoltaico nel porto. Altro fronte, è quello delle piattaforme per la costruzione degli impianti eolici offshore galleggianti. Il porto vuole candidarsi (saranno scelte due aree nel Sud) e l’Authority attende che esca l’avviso del ministero dell’Ambiente. Appena uscirà, e in base a ciò che verrà chiesto, sarà preparata la candidatura. È stata già fatta una ricognizione delle aree. Chiesta la disponibilità di Yilport, che, espressa verbalmente, adesso dev’essere formalizzata.
Passando alla cantieristica, il fronte privato si muove con le iniziative SGM a Mar Piccolo, dove erano i vecchi Cantieri Navali, e Cantieri di Puglia nell’area ex Soico. Il progetto di SGM riguarda le costruzioni navali, ma presuppone anzitutto che nell’area vi sia una ampia ristrutturazione e intanto sconta difficoltà e complicazioni derivanti dai vincoli ambientali e dalla presenza del parco del Mar Piccolo. Intanto, in SGM, dove lavorano circa 150 addetti, prosegue la realizzazione degli yacht commissionati da Benetti: ve ne sono due da 60 metri in costruzione (uno dei due sarà varato a breve), più un terzo da 70 la cui cantierizzazione sta per cominciare. Inoltre, SGM sta approntando una seconda barcaporta per l’Arsenale della Marina che sarà consegnata a giugno (la prima fu varata a metà dicembre). Si tratta di una diga mobile che apre o chiude il bacino. Come la prima, anche la seconda barca porta, di dimensioni identiche, sarà posizionata sul bacino Brin, quello storico dell’Arsenale, lungo 200 metri e costruito nel 1800. Per Cantieri di Puglia, la conferenza dei servizi dovrebbe chiudersi la prossima settimana. Dopodiché sarà messo a punto il piano di caratterizzazione dell’area ai fini della bonifica ambientale. Partendo dall’epilogo della vicenda Ferretti e considerando lo stato dei progetti SGM e Cantieri di Puglia, resta sul tavolo la necessità di un confronto col ministero dell’Ambiente per riordinare la materia Sin, e relativa procedura, provando almeno in parte a sburocratizzarla e semplificarla.
 

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