Taranto, un antico elmo corinzio nella valigia sul treno. I carabinieri recuperano 2000 reperti

Una parte dei reperti recuperati
Una parte dei reperti recuperati
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Venerdì 10 Dicembre 2021, 15:00 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 12:21

Sono tredici gli indagati dell'inchiesta con la quale i carabinieri hanno recuperato un tesoro di duemila reperti archeologici. Il punto di partenza del traffico di antichità era Taranto, da dove i tesori sono stati trafugati per essere smistati all'estero, in particolare in Germania, Svizzera e Paese Bassi. L'inchiesta, denominata “Taras”, ha preso il via nel febbraio di due anni fa ed è stata condotta dai militari della sezione archeologia del reparto operativo del comando per la Tutela del Patrimonio Culturale di Roma, in collaborazione con i militari della sezione di polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Taranto. Durante l'indagine sono stati recuperati oltre  2.000 reperti archeologici magnogreci, risalenti al periodo compreso tra il VI e il II secolo a.C.

L'inchiesta

Lo spunto investigativo decisivo è arrivato dal fatto che i militari hanno scoperto che un noto indiziato di reati contro il patrimonio culturale alloggiava periodicamente in un hotel di Monaco di Baviera, dove portava con sé diversi plichi sospetti.

Visto il modus operandi del soggetto, già emerso in indagini precedenti, è stata informata la Polizia bavarese che ha effettuato un controllo. I servizi successivi organizzati dalla Sezione Archeologia, insieme ai colleghi bavaresi, hanno appurato che il soggetto partiva in treno da Taranto e, attraversata l’Austria, arrivava a Monaco di Baviera, dove pernottava per poi proseguire il viaggio, sempre in treno, verso Bruxelles. La scelta di viaggiare con quel mezzo per raggiungere destinazioni così lontane, piuttosto che utilizzare il più comodo e rapido aereo, ha fatto intuire che si trattasse di un espediente per eludere eventuali controlli di polizia.

Gli accertamenti

Le attività tecniche di investigazione hanno permesso di definire chiaramente i suoi spostamenti da Taranto verso l’estero. Nel giugno del 2019, i Carabinieri lo hanno fatto controllare dalla Polizia Ferroviaria al Brennero e il trafficante  è stato trovato in possesso di un’anfora antica. Gli esiti delle indagini successive hanno fatto emergere un vasto traffico illecito di reperti archeologici, condotto da un sodalizio criminale ben strutturato e con importanti collegamenti all’estero, nel quale sono risultate coinvolte tredici persone, tutte indagate. A gennaio dello scorso anno a Monaco di Baviera, sempre su indicazione dei carabinieri, il principale indagato venne arrestato dalla polizia tedesca e trovato in possesso di diversi reperti archeologici, fra i quali spicca un elmo corinzio in bronzo.

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