Agente aggredito in carcere. Pugni in faccia da un detenuto, ora rischia di perdere un occhio

Agente aggredito in carcere. Pugni in faccia da un detenuto, ora rischia di perdere un occhio
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Lunedì 2 Maggio 2022, 20:07 - Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 17:47

Un agente della Polizia Penitenziaria è stato aggredito a pugni e a calci nel carcere di Taranto. A picchiarlo è stato un detenuto di origini siciliane recluso nel padiglione "alta scurezza", riservata ai presunti affiliati alla criminalità organizzata. Il malcapitato è stato colpito con due violenti pugni al volto e poi è stato colpito con un calcio. A soccorrerlo sono stati i suoi colleghi che hanno messo in sicurezza il padiglione e hanno accompagnato la vittima in ospedale per le cure del caso.

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Rischia di perdere un occhio

L'agente di Polizia penitenziaria aggredito ieri nel carcere di Taranto da un detenuto «rischia di perdere un occhio a causa delle gravi lesioni subite».

Lo riferisce Federico Pilagatti della segreteria nazionale del Sappe (Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria), aggiungendo che nel carcere di Taranto «la situazione è diventata ingestibile e difficilmente recuperabile, a causa della prepotenza e della violenza dei detenuti a cui viene consentito di tutto e di più».

L'aggressione, scaturita da un litigio per futili motivi, è avvenuta al primo piano della casa circondariale. Pilagatti spiega che «il poliziotto addetto al sezione, mentre rispondeva al detenuto, esponente di rilievo di un noto clan siciliano, in carcere per reati mafiosi e classificato AS3 (scala massima di pericolosità), improvvisamente e senza alcuna motivazione scaricava il suo destro contro la faccia del malcapitato agente a cui rompeva gli occhiali, atterrandolo. Non contento, lo stesso detenuto finiva la sua opera con un calcio sulla faccia del poliziotto».

Sono intervenuti altri agenti per bloccare l'aggressore e soccorrere il collega ferito che è stato trasportato dal 118 all'ospedale Santissima Annunziata. Il segretario del Sappe ricorda poi il suicidio di un detenuto di 48 anni avvenuto nei giorni scorsi sempre nel carcere di Taranto. «Per il carcere di Taranto - osserva Pilagatti - al Dap (Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria) hanno calibrato l'organico della polizia penitenziaria su una presenza di 300 detenuti, mentre ora ne ospita oltre 710, per cui o mandano via almeno 300 detenuti o incrementano l'organico di almeno 100 unità». Domani, a partire dalle ore 10, il Sappe «manifesterà - annuncia Pilagatti - davanti al carcere di Taranto. I poliziotti penitenziari si incateneranno per protestare contro questa situazione di estremo degrado. Inoltre, verranno bruciate le tessere di riconoscimento e continuerà la raccolta firma per chiedere il passaggio della polizia penitenziaria alle dipendenze del Ministero degli Interni».

La denuncia

L'aggressione è stata denunciata anche da Vito Messina, segretario regionale di Uspp, unione sindacati Polizia Penitenziata, con una nota nella quale si spiegano i fatti e si rilancia l'emergenza del carcere jonico. L'agente sarebbe stato aggredito per futili motivi. Il detenuto avrebbe colpito il poliziotto con due pugni al volto frantumandogli gli occhiali. Gli altri agenti sono subito intervenuti riportando, non senza fatica, l'ordine nel padiglione.   «L'aggressione - ha commentato Vito Messina per conto del cartello sindacale di categoria  - evidenzia ancora una volta le gravi carenze del sistema penitenziario a Taranto, che si conferma terra di nessuno».

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Il sovraffollamento

Il carcere di Taranto da tempo soffre di numerose carenze e deve fare i conti con un atavico sovraffollamento. Attualmente nel penitenziario alla periferia della città sono ospitati oltre settecento detenuti rispetto ad una capienza tollerabile di poco inferiore ai cinquecento. Le organizzazioni sindacali ieri hanno denunciato nuovamente "i problemi di sovraffollamento, le
criticità per l'apertura di nuovo padiglione senza personale, e la  carenza di organico".

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