«"Invitato" ad impiccarmi in carcere da un agente della penitenziaria», la denuncia di un detenuto 36enne

«"Invitato" ad impiccarmi in carcere da un agente della penitenziaria», la denuncia di un detenuto 36enne
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Martedì 26 Marzo 2024, 19:39 - Ultimo aggiornamento: 22:08

«In carcere a Lucera sono stato accusato di essere il responsabile di un provvedimento disciplinare nei confronti di un agente della polizia penitenziaria e sono stato "invitato", da uno di loro, ad impiccarmi da solo, senza che fossero costretti loro a farlo». È questo uno dei passaggi della denuncia-querela presentata alla Procura di Brindisi da un 36enne di San Vito dei Normanni, detenuto fino a poche settimane fa tra le carceri di Lucera e Foggia dove stava scontando una condanna per truffa. Il 36enne si trova ora in detenzione domiciliare, e tramite il suo legale, Andrea D'Agostino, ha voluto denunciare alcuni presunti abusi.

Cosa è successo

Il presunto provvedimento disciplinare sarebbe scaturito dopo che il detenuto disse che un agente aveva aperto la sua cella d'isolamento e preso degli alimenti che sarebbero stati trovati nella cella di un altro detenuto. Il 36enne era stato arrestato il 28 ottobre del 2023 e trasferito inizialmente in carcere a Brindisi.

Qui ha informato il personale medico di un'operazione chirurgica di "selve gastrectomy" che aveva subito allo stomaco, chiedendo che la sua dieta fosse a base di frullati e proteine. «Dopo alcuni giorni - ricostruisce nella denuncia - vengo trasportato d'urgenza in ospedale, in pericolo di vita». Dopo aver recuperato le sue condizioni di salute, il 36enne rientra in carcere e racconta di essere stato «visitato dallo psichiatra che mi chiede se avessi mai fatto uso di terapia ansiolitica. Rispondo negativamente e rifiuto la terapia. La terapia viene comunque somministrata, facendola passare per vitamina b12», afferma.

Il 21 novembre il 36enne viene trasferito a Lucera e messo in isolamento perché, ricostruisce il detenuto, «la polizia penitenziaria voleva comprendere esattamente come mi alimentavo, indagando su cosa mia moglie mi portasse come cibo». Durante un controllo gli agenti avrebbero scoperto alimenti registrati con il nome del 36enne nella cella di un altro detenuto e per questo «venivo richiamato dalla direttrice» a cui dissi che gli «alimenti erano stati presi dalla mia cella e portati in quella dell'altro detenuto da un agente» che poi subì il provvedimento disciplinare.

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