Progetto per una moschea a Massafra. Sindaco e parroco aprono al dialogo

L'area ipotizzata per la moschea
L'area ipotizzata per la moschea
di Antonello PICCOLO
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Domenica 14 Aprile 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 13:54

Nel cuore del centro storico di Massafra presto potrebbe sorgere una mosche​a. Il condizionale, in questo caso, è d’obbligo, poiché al momento mancano le necessarie autorizzazioni comunali al cambio di destinazione d’uso del locale. In realtà il luogo sulla carta già esiste e da qualche giorno è ben evidenziato anche su google maps con la denominazione “Moschea Bilal”. Si tratterebbe di un immobile a piano terra sito in via Vittorio Veneto 42, un tempo adibito a bar ed ora individuato dalla comunità islamica del posto quale luogo ideale per professare la propria religione.

Centro culturale

Una sorta di “centro culturale” islamico che i musulmani utilizzeranno come moschea per pregare. Il nome Bilal è molto popolare in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Pakistan, India e Bangladesh; ha una storia antica ed è simbolico di valori importanti come l'umiltà e la sincerità. A Massafra negli ultimi anni si è registrato un forte incremento di stranieri - prevalentemente del Bangladesh e Afganistan - in gran parte musulmani. Alcuni hanno avviato una serie di attività commerciali nel centro storico, molti altri lavorano nelle campagne e ora chiedono una moschea.

Il sindaco

Il sindaco di Massafra, Fabrizio Quarto, pur riconoscendo il sacrosanto diritto alla libertà religiosa, va cauto sulla nascita del primo centro da adibire a moschea. «Ho incontrato diverse volte rappresentanti della comunità islamica presenti a Massafra. In questi anni - afferma il primo cittadino - è stata loro messa a disposizione l'area del Parco Madre Teresa di Calcutta per la preghiera degli ultimi giorni del Ramadan. So che la comunità islamica ha costituito un’associazione per realizzare una moschea a Massafra. Avere un luogo di culto per raccogliersi in preghiera credo sia sempre un fatto positivo, soprattutto perché ogni religione deve in ogni modo avvicinare i popoli, favorire la pace, la solidarietà tra gli uomini e il rispetto dei diritti umani. In caso contrario non si può parlare di religione ma di altro. Tuttavia - precisa il sindaco Quarto - per aprire al culto ogni immobile deve avere diverse certificazioni che sono imprescindibili per ragioni di igiene e sicurezze.

A Massafra, ad oggi, il locale individuato, a quanto mi è stato riferito, pare non avere ancora tutte le caratteristiche necessarie per l'apertura al culto. Il dialogo comunque continuerà».

Il problema non è solo garantire la libertà religiosa, ma garantirne l’esercizio.

L'assessore

Al momento non è noto, peraltro, il numero di fedeli che il centro di preghiera potrà ospitare. «Viviamo in un Paese democratico - aggiunge l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Massafra, Maria Rosaria Guglielmi - per cui per me esiste la libertà di culto e ognuno è libero di esprimere la propria religione nel rispetto dei diritti fondamentali. Come amministrazione siamo sempre stati aperti su questo e lo abbiamo dimostrato. Però è chiaro che una precisazione va fatta in tema di diritti delle donne e delle bambine, viste anche le mie deleghe assessorili: ogni provvedimento o indirizzo che metta in discussione la libertà delle donne e delle bambine all’istruzione e ai principi fondamentali, non potrà che trovarmi contraria. Abbiamo combattuto tanto in questi anni, esponendoci anche in prima persona con gli uffici di assessorato, e su questo . conclude l’assessore - non faremo alcun passo indietro».

In generale, affinché i diritti diventino reali serve associare ingredienti fondamentali, come l’educazione civile, la fiducia nei valori costituzionali, il rispetto dell’altro.

Il parroco

In tal senso la Chiesa locale apre al dialogo. «Se da un lato la nascita della moschea potrebbe ingenerare l’istinto di conservazione da parte dei cattolici più passionali – osserva il vicario foraneo di Massafra e parroco del duomo San Lorenzo Martire, don Giuseppe Ciaurro - d'altro canto c'è da considerare che ogni culto impone delle regole e un ordine alla propria cultura, dettati da un capo spirituale, il quale può diventare il simbolo di una sinergia dettata da un’unica finalità che passa dall'integralismo all'integrazione».

Ora non resta che attendere i prossimi passi e vedere come procederà il progetto per la realizzazione del nuovo luogo di culto che dovrebbe sorgere proprio nel centro della cittadina jonica.

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