Melucci, la coalizione lancia l'ultimatum: «Noi fuori dalla maggioranza: teatrino deprimente, torni indietro»

Melucci, la coalizione lancia l'ultimatum: «Noi fuori dalla maggioranza: teatrino deprimente, torni indietro»
Melucci, la coalizione lancia l'ultimatum: ​«Noi fuori dalla maggioranza: teatrino deprimente, torni indietro»
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Mercoledì 13 Dicembre 2023, 17:48 - Ultimo aggiornamento: 19:31

Un vero e proprio terremoto. L'ennesimo. A Taranto, dopo l'adesione del sindaco Melucci a Italia Viva, le forze politiche che hanno costruito la coalizione lanciano un aut aut: ripristino della maggioranza risultata vincitrice alle ultime elezioni e l’azzeramento dell’attuale composizione della giunta, altrimenti tutti a casa.

La nota è firmata da Domenico De Santis (Pd Puglia), Leonardo Donno (M5s Puglia), Domenico Tanzarella 
(Psi Puglia), Fulvia Gravame (Verdi Puglia) e Michele Boccardi (Con Puglia).

La riunione odierna

Le forze che hanno costituito il progetto “progressista” che ha portato all’elezione di Rinaldo Melucci a Sindaco di Taranto si sono riunite questa mattina alla luce dell’evoluzione del quadro politico dell’amministrazione di Taranto.
"Forte è lo sgomento e lo scollamento dall’entusiasmo che ci ha portato ad appoggiare l’attuale sindaco - si legge nella nota - In poco meno di 18 mesi la Giunta comunale ha subito decine di cambi, il trasformismo e i cambi di casacca sono stati numerosi.

Abbiamo assistito ed assistiamo ad un teatrino deprimente, discussioni false sul programma mentre oramai il maggior partito della coalizione è diventata la forza che ha come leader l’ex Presidente del Consiglio che negava il problema ambientale a Taranto ed è stato fautore dell’introduzione dello scudo penale e dei decreti cheimponevano l’apertura dello stabilimento ILVA in barba alle salvaguardie minime tutele ambientali e sanitarie. Senza contare che oramai gli esponenti che abbiamo battuto nelle urne e non avevano partecipato al nostro progetto iniziale sono parte integrante di questa coalizione egemonizzandone il peso politico. Il tutto mentre l’ILVA rischia il collasso senza nessuna salvaguardia per i lavoratori e per la salute e lo stesso Melucci si presta ad operazioni ancillari con Fitto che in parallelo occulta accordi al ribasso con la multinazionale indiana, che ha dimostrato non avere a cuore il benessere delle comunità territoriali".

"Questa amministrazione era nata nel solco della riconversione economica, sociale e culturale - prosegue il comunicato - nonché della salvaguardia ambientale della città con una forte spinta alla trasformazione della fabbrica con la chiusura dell’area a caldo e la modernizzazione dell’intera città. Un mese fa avevamo appreso che il sindaco voleva occuparsi solo della città e cercava nuovi stimoli solo nell’affrontare i problemi che attanagliano Taranto, mentre in 9 giorni lo ritroviamo leader del partito di Renzi (quello dei decreti) snaturando completamente la coalizione iniziale. Non possiamo più accettare questo stato delle cose. Diverse forze hanno già annunciato l’uscita da questa maggioranza e altre lo annunciano con questo documento, ritenendo come unica possibilità di dialogo con Melucci il ripristino della maggioranza risultata vincitrice alle ultime elezioni e l’azzeramento dell’attuale composizione della giunta. Una ripartenza nel rispetto del mandato elettorale".

La controreplica di Italia Viva

Rinaldo Melucci è accusato di lesa maestà secondo Davide De Fazio, componente Assemblea Regionale Italia Viva Puglia: «Non gli viene perdonato di essersi comportato da uomo libero e di aver scelto autonomamente di abbandonare il Partito Democratico ed aderire ad Italia Viva. Rinaldo Melucci desiderava, più di ogni altra cosa, difendere gli interessi di Taranto ed impegnarsi a risolvere le gravi problematiche che attanagliano, ormai da tempo, la nostra città. Matteo Renzi gli ha dato la possibilità di farlo e di occuparsene a livello nazionale, affidandogli deleghe come la transizione giusta europea e l’economia del mare, che gli consentiranno di rafforzare gli interessi della comunità ionica nelle sedi parlamentari, di cercare di indirizzare le politiche nazionali a favore della decarbonizzazione e dello sviluppo sostenibile. Per questa sua scelta d’amore verso la sua città, qualcuno ha deciso che Rinaldo Melucci deve pagare. In questo preciso momento, si sta decidendo se far cadere o meno la sua amministrazione. Poco importa, che se si dovesse giungere a questa scellerata scelta, a pagarne le conseguenze saranno tutti i cittadini di Taranto, perché l’importante per qualcuno è punire Rinaldo Melucci. Caro Sindaco, comunque vada a finire ne uscirai vincitore, perché in un paese democratico, quale dovrebbe essere il nostro, nessuno può arrogarsi il diritto di impedire ad un uomo di fare liberamente le sue scelte». 

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