L’irresistibile ascesa del “tornado rosso”: chi è la staffista del Comune

Greta Marraffa e il sindaco Rinaldo Melucci
Greta Marraffa e il sindaco Rinaldo Melucci
di ​Giovanni CAMARDA
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Sabato 16 Marzo 2024, 11:24 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 18:38

Dove passa lei pare non cresca più l’erba. Il “tornado rosso” travolge tutto ciò che trova sulla sua strada, nessuno che riesca a contenerlo. In pochissimo tempo Greta Marraffa ha rivoluzionato assetti, rapporti, incarichi, affetti, amicizie. È comparsa sulla scena praticamente da un paio d’anni eppure ha già fatto cose che voi umani non potreste immaginare, direbbe Roy Batty, quello di Blade Runner. Giusto riassumere, anche a beneficio dei tarantini, tanti, che non sanno chi sia e invece dovrebbero, visto che la pagano loro. E non poco: grazie all’ultimo scatto, qualcosa attorno agli 80mila lordi all’anno, abbondantemente oltre i 3mila euro netti al mese. Tantomeno conoscono quali straordinarie qualità l’abbiano portata ad ottenere, da semplice staffista, uno stipendio da dirigente al Comune di TarantoE che sia una donna, ovviamente, non rileva affatto, non è questo il punto: si chiamasse Greto, la sua parabola meriterebbe ugualmente di essere raccontata.

Chi é


Marraffa compare per la prima volta dalle parti di Rinaldo Melucci nel febbraio 2022, vigilia delle elezioni. Esperienze pregresse? Molte, compreso l’apprendistato in alcuni studi professionali, tra i quali quello dell’avvocato Relleva (non finì benissimo). Partecipa ad un incontro con altri giovani della città interessati a sostenere il ricandidato sindaco. Vi arriva, sembra, accompagnata da un avvocato ambientalista che la introduce nel club. Anche lei è raccontata come ambientalista e di sinistra. Ma sinistra sinistra, dicono. Il primo approccio resta impresso nella mente di Melucci, tanto che quasi a sorpresa, Marraffa si materializza nella lista di candidati consiglieri Taranto crea allestita da Fabrizio Manzulli, una volta braccio destro del sindaco. Risultato? 184 preferenze, forse non moltissime considerato il sostegno del sindaco e il ticket con il leader della lista. Eletto trionfalmente Melucci, Marraffa riappare d’incanto a settembre 2023, cooptata nello staff a Palazzo di Città. Ma, nel frattempo, qualcosa pare sia successo. Lei si è fatta conoscere un po’ meglio ma senza riscuotere grande popolarità. Tutt’altro. Tanto che, si sussurra, Manzulli che per primo l’aveva presa sotto la sua ala, in qualche modo ne prende quasi le distanze. E dove va a finire, la staffista dai capelli rossi? Ai Lavori Pubblici, retti all’epoca dall’assessore Mattia Giorno.

Solo che, purtroppo, nemmeno questo rapporto fila liscio, come suggerirebbero le lamentele nei suoi confronti dello stesso Giorno che a un certo punto deciderebbe di farne a meno, restituendo la patata bollente al sindaco.

Dal Comune alla Provincia

Che fare, allora? C’è la Provincia, si può piazzare Greta a Palazzo del Governo. Infatti. Marraffa approda in via Anfiteatro dove trova uno staff già avviato che ha il suo riferimento in Luca Delton. Poi ci sono anche altri collaboratori che lavorano assieme già da un po’. Il “tornado rosso”, però, ha ambizione, vuole fare carriera, ottenere riconoscimenti e responsabilità. Ha un caratterino abbastanza deciso, Greta, e questo la porta a scontrarsi con chiunque le capiti a tiro e non le riconosca autorevolezza. Pare sia abituata ad apostrofare con nettezza chiunque le si rapporti, indicandole magari cosa fare, ricorrendo a frasi tipo: “ne parlo con Melucci”. Della serie: non prendo ordini da te. Sarà per questo che tutti coloro che gravitano nella sua orbita finiscono per allontanarsene (o essere allontanati). Delton, per dire, lascia la Provincia e va al Comune. Non va meglio con Maria D’Oria, altra staffista. Greta, però, non si ferma e diventa capo di gabinetto in via Anfiteatro. L’ascesa continua.

Il ritorno a Palazzo di Città

Dev’essere proprio brava, evidentemente; in ogni caso il sindaco non sembra poterne fare a meno, e si capisce: trovarne un’altra dello stesso livello non è facile. Quindi, perché sprecarla alla Provincia quando può essere più utile a Palazzo di Città, con tutti quei dossier da seguire? Da lì al percorso inverso è un attimo: a ottobre dello scorso anno Marraffa lascia la Provincia e torna in piazza Castello. Anche lì trova una squadra già consolidata, affiatata. Con la quale entra rapidamente in rotta di collisione. Lei non è cattiva, è che la disegnano così. Sta di fatto che anche quel gruppo si sgretola, molti di quelli che c’erano spariscono, per scelta o per costrizione. Rimane una donna sola al comando, senza nessuno intorno che possa infastidirla o metterla in ombra. Al sindaco, evidentemente, sta bene. I due sono inseparabili, Melucci se la porta dappertutto, non può fare a meno del suo angelo custode, nominata capo di gabinetto appena un mese fa. Greta, a sua volta, si fa forte dell’incondizionato sostegno del primo cittadino e si sente quindi autorizzata a mettere a posto chiunque. Persino gli assessori. Si insinua di un brutto alterco durante una riunione di giunta con la Lussoso, redarguita con asprezza.

La nomina e il riconoscimento economico

Altro elemento caratteristico, sembra, è la costante rivendicazione retributiva: fa tanto, Greta, che ritiene di meritare un altro compenso, non più quello di uno staffista da meno di 2mila euro netti al mese. Il sindaco, naturalmente, è d’accordo, a giudicare dalla delibera di giunta votata all’unanimità che le assegna un inquadramento da dirigente, quindi con uno stipendio largamente superiore. Sono passati appena due anni da quando il “tornado rosso” si è affacciato per la prima volta nel comitato elettorale di Melucci: nessuno avrebbe mai potuto immaginare potesse fare tanta strada e in così breve tempo. I complimenti sono d’obbligo, ampiamente meritati. E pazienza se il neoconsigliere di maggioranza Luigi Abbate l’aveva etichettata come una ragazzina senza storia, senza esperienza, senza meriti, senza competenza, già quando percepiva una paga nettamente inferiore. Il leader di Taranto senza Ilva, che è notoriamente persona coerente come dimostra la sua alleanza con un partito contrario alla valutazione preventiva del danno sanitario ed ambientale (Italia Viva, si capisce) certamente non avrà cambiato idea sul profilo di Greta. Si attende, pertanto, il bis del suo acclamatissimo show in diretta da Palazzo di Città contro la staffista dai capelli rossi. Anche se l’impressione è che bisognerà attendere parecchio a lungo.
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